Coronavirus, Conte zittisce i ‘governatori sceriffo’: “bambini possono andare  a fare la spesa con un genitore”

Continuano le insofferenze e gli insulti violenti dai balconi, protagonisti i soliti “giustizieri improvvisati”

Non abbiamo affatto autorizzato l’ora del passeggio coi bambini. Abbiamo solo detto che quando un genitore va a fare la spesa si può consentire anche l’accompagno di un bambino. Ma non deve essere l’occasione di andare a spasso e avere un allentamento delle misure restrittive”. E’ quanto dichiarato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi stoppando le strumentalizzazioni politiche dei soliti governatori e sindaci pronti ad usare ogni pretesto per esibirsi come “duri e puri” per acquisire consensi elettorali. Sulla stessa lunghezza d’onda il viceministro agli interni e capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi in una dichiarazione a Radio Anch’io su Rai Radio 1. “Non c’è alcun allentamento dei controlli” e la circolare del Viminale si riferisce ai bambini molto piccoli quelli per cui “uscire è una necessità”, non certo “a un 15enne” – evidenzia Crimi – Deve essere chiaro: non possiamo far pagare quello che sta accadendo ai bambini piccoli” che non possono essere “vittime dell’isolamento”. “Nessuno pensi che ci sia un allentamento dei controlli, se qualcuno pensa che un figlio di 15 o 16 anni, un minore, possa avere una scusa per uscire di casa non ha capito niente: qui stiamo parlando di cosa è necessità e cosa no. Un bambino piccolo di un anno o due o tre anni è necessario ogni tanto farlo uscire per fargli capire che c’e’ un mondo fuori” sottolineando Crimi precisando che la circolare non fa riferimento all’età dei bambini: “C’è scritto bene che è una necessità e il genitore deve interpretarla, motivarla” come per ogni autocertificazione. Poi starà all’agente “accertare la situazione” anche in situazioni di necessità diverse.
Tuttavia “è chiaro che per un bambino di due anni che vive in un appartamento di 40 metri quadri, dopo due settimane di isolamento, forse c’è una necessità di farlo uscire ancora più importante di portare fuori il cane. I bambini – ha spiegato Crimi – non capiscono cosa sta succedendo, hanno bisogno di essere accompagnati in questo momento, quindi è una necessità portare fuori i bambini piccoli”.

DELATORI E INSULTI VIOLENTI DAI BALCONI“Ieri quando è uscita la circolare del Viminale ero felicissima, oggi volevo portare fuori mia figlia, ma dopo aver visto quello che scrive la gente sui social ho quasi il terrore di farlo, davvero devo avere paura di portare mia figlia 10 minuti a sgranchirsi le gambe?”: se lo domanda Federica, 38 anni, mamma di Bianca, 10, ma l’interrogativo rimbalza tra tutti i genitori che ieri hanno gioito alla prospettiva di poter finalmente concedere non un’ora, ma qualche minuto d’aria ai loro piccoli, chiusi in casa da più di un mese. Questa mattina infatti si sono trovati a fare i conti con il livore di cui sono pieni i social. Ed eccola, come prima con i runner, la contrapposizione tra chi urla dai balconi contro chi mette il naso fuori di casa e chi reclama il diritto a fare un minimo di attività fisica, per sé e per i propri figli. In difesa di mamme e papà arrivano i nonni come Marisa: “Trovo alienante – scrive – sia quanto preteso dai nostri bambini che certi giudizi e commenti che leggo. Voglio solo pensare che siano scritti da chi non vede un bimbo da secoli o non ne abbia mai visto uno”. In giro “c’è una rabbia e una presunzione di assumersi il ruolo di giudice allucinante” dice Claudia, mamma di due bambini di 10 e 4 anni. E a vedere ciò che circola nei social c’è da crederci. “Sono separata e l’altro giorno – racconta una 45enne, mamma di due figli di 10 e 7 anni – ho accompagnato i bambini dal padre, ci siamo fermati pochi minuti nello spazio verde sotto casa, non recintato, e in un attimo diverse persone si sono affacciate urlandoci insulti di ogni tipo dai balconi, i bambini si sono spaventati, soprattutto quando sono partite le minacce di chiamare la polizia, che poi è pure arrivata. Che dire? Poveri poliziotti, erano più imbarazzati di noi, ci hanno chiesto gentilmente di andare a casa per quieto vivere, ma si vedeva quanto fossero dispiaciuti. Poi la sera ho scoperto che le stesse persone che ci hanno urlato contro ci hanno ripreso e buttato in pasto sui social, senza nessun rispetto nemmeno per i bambini, che si vedono benissimo. Quando ho letto i commenti sotto il video sono andata a farmi una doccia, per poter piangere senza che i bambini se ne accorgessero. Uscirò ancora con loro? Sì, perché una passeggiata li aiuta a essere un poco più sereni, ma ho tante amiche che hanno deciso di non farlo per paura”

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