Carceri, altri due detenuti si tolgono la vita

Nordio ‘meno carcere’. Piano per potenziare sanità penitenziaria

Ancora suicidi in carcere e ancora una volta finisce nell’occhio del ciclone la custodia dello Stato. Dall’inizio dell’anno già quindici persone hanno deciso di farla finita in cella, uno ogni 48 ore.

Gli ultimi due casi sono avvenuti il primo nel carcere veronese di Montorio – dove in tre mesi cinque detenuti si sono uccisi – e si tratta di una morte annunciata in quanto il detenuto ucraino che si è impiccato si era già reciso la gola a gennaio e soffriva a livello psichiatrico. Il secondo drammatico evento si è svolto nel carcere di Carinola, nel Casertano. Qui, un detenuto disabile di 58 anni si è impiccato.

L’emergenza carceri – e la piaga del sovraffollamento con oltre 60mila detenuti a fronte di una capienza di circa 47.500 posti – è sotto gli occhi di tutti, e il ministro in una intervista a La Stampa ha parlato della necessità di misure deflattive.

Il sovraffollamento – ha sottolineato il Guardasigilli – dipende dalla sproporzione tra il numero dei detenuti e le carceri disponibili. Si può e talvolta si deve ricorrere alle misure alternative”. Ad avviso del ministro, “occorre infine incidere sulla carcerazione preventiva, che per molti imputati, poi assolti, si è rivelata ingiustificata”.

Si starebbe anche pensando – spiegano fonti che si occupano da vicino delle condizioni di vita nelle carceri – a un piano per migliorare nei penitenziari la risposta sanitaria e farmacologica, con maggiori risorse destinate tramite le Regioni alle Asl che hanno in carico la salute dei detenuti.

La sanità penitenziaria è infatti affidata agli enti locali. Tra le ipotesi anche quella di aprire a interventi della sanità privata nel sistema penitenziario per velocizzare le liste di attesa alle quali, come tutti i cittadini, sono soggetti i detenuti. Sul tema centrale della sanità in carcere interviene anche Tiziana Gaucci, sindacalista del Sappe e responsabile per la Campania.

Il suicidio è sicuramente un evento imprevedibile, – sottolinea Gaucci – il problema è prevenirlo. Con il passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è purtroppo estremamente peggiorata. La carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri è il punto cruciale della questione”. “A nostro avviso – conclude la sindacalista – servono concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario da destinare esclusivamente alle carceri campane”.

Tanti i commenti dei politici sulla scia dei suicidi. “Martedì arriverà in aula al Senato il ddl Nordio. Sarà l’occasione per verificare le intenzioni di ministro e governo sul carcere“, ha detto a Sky la vicepresidente dem del Senato Anna Rossomando.Ci sono emendamenti del Pd su esecuzione esterna della pena, incremento di assistenti sociali e psicologi, spazi carcerari e molti altri interventi. Vedremo se differentemente da poche settimane fa, quando vennero tutti bocciati, questa volta ci sarà un cambiamento nell’atteggiamento del governo e arriveranno risposte sul sovraffollamento”. Ad avviso del capogruppo alla Camera di Italia Viva, Davide Faraone, “i malati psichici non dovrebbero stare in carcere, ci meravigliamo per quello che accade in Ungheria, ma in Italia lo Stato è ‘fuorilegge’. Andrebbero inseriti nelle Rems, strutture sanitarie di accoglienza per chi ha commesso dei reati ma è affetto da disturbi mentali”.

Interviene anche il deputato di Forza Italia Flavio Tosi, coordinatore del Veneto per gli ‘azzurri’, sottolineando che il detenuto ucraino che si è suicidato a Verona era incensurato e lavorava regolarmente. Era in cella per misura cautelare, ha reso noto l’ex sindaco della città scaligera, dopo che un mese fa la moglie lo aveva denunciato.

Il sistema dovrebbe prevedere delle misure cautelari diverse, non è ammissibile – dice Tosi – che ancora prima della eventuale sentenza il trattamento sia pari a quello che subisce un condannato per reati gravissimi. questa assurda morte si poteva e si doveva evitare“. “Non possiamo rassegnarci ai suicidi in carcere, come fossero ineluttabili“, aggiunge il senatore di FI Pierantonio Zanettin, ex giudice costituzionale

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