Gli agguati e la vendetta per un omicidio del 2006
Questa mattina i carabinieri di Torre Annunziata (Napoli) hanno arrestato 19 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione di armi da sparo. I soggetti sarebbero tutti appartenenti ai contrapposti clan camorristici “Gionta” e “IV sistema”, operanti nel territorio di Torre Annunziata.
Il provvedimento è stato emesso in seguito ad una articolata attività d’indagine coordinata dalla DDA di Napoli e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, da maggio 2020 a luglio 2021, avviata all’indomani del tentato omicidio di Giuseppe Carpentieri, ritenuto elemento di spicco del clan e genero del capo del sodalizio detenuto Valentino Gionta, anche lui colpito dal provvedimento di oggi, poichè ritenuto ancora al vertice dell’organizzazione, avvalendosi della collaborazione dei familiari più stretti, tra cui la figlia Teresa, lo stesso Carpentieri e l’omonimo nipote Valentino Gionta.
Le indagini hanno accertato le capacità di controllo del territorio da parte del clan Gionta mediante l’intimidazione mafiosa, l’opprimente rete estorsiva ai danni di attività economiche locali e la capacità di fronteggiare militarmente le fazioni contrapposte, grazie alla disponibilità di armi ed esplosivi.
Ed è proprio nello scontro armato tra i clan che è maturato l’agguato a Giuseppe Carpentieri, avvenuto il 6 maggio 2020, per la cui esecuzione risultano raggiunti da gravi indizi di colpevolezza i fratelli Pasquale e Luca Cherillo, entrambi allo stato detenuti, ritenuti promotori del neo-costituito clan denominato “IV Sistema”, con base nel quartiere popolare del “Parco Penniniello” e mossi da sentimenti di vendetta per l’omicidio del loro nonno Scarpa Natale, consumato il 14 giugno 2006 in un agguato eseguito dai sicari del clan Gionta.