Blitz Pd su gestione dell’acqua pubblica, regalo alle multinazionali e pernacchio al referendum

Emendamento dem, con l’ok del governo, stravolge il disegno di legge di iniziativa popolare che disponeva l’affidamento del servizio idrico in via esclusiva ad enti pubblici: ora potrà avvenire solo in via prioritaria. Esultano i colossi privati

Il disegno di legge di iniziativa popolare sulla pubblicizzazione della gestione dell’acqua giace in Parlamento da 9 anni e all’articolo 6 prevede l’affidamento del servizio idrico esclusivamente a enti di diritto pubblico controllati dallo Stato. Ma un blitz del Pd stravolge il cuore del testo e la volontà referendaria del 2011. Un emendamento, approvato con il voto contrario dei deputati M5s e Si-Sel, dispone l’affidamento diretto del servizio idrico solo “in via prioritaria” in favore “di società interamente pubbliche”. Un bell’assist alle multinazionali dell’acqua, che avranno la possibilità di entrare nella gestione del servizio. L’emendamento, a cui il governo ha dato parere positivo, sopprime gli articoli 6 e 7 della legge che vietavano l’acquisizione di quote azionarie di società di gestione del servizio idrico integrato. La norma passa nonostante il parere negativo del ministero dello Sviluppo economico: secondo il testo diffuso dalla agenzia Public Policy, “il generico utilizzo” della formulazione in via prioritaria non sarebbe “conciliabile con i principi di concorrenza, in quanto non vengono esplicitati i criteri con i quali scegliere l’opzione di affidamento in house o altra tipologia”. Attualmente la legge prevede invece che “l’affidamento diretto può avvenire a favore di società interamente pubbliche”, sempre in possesso dei requisiti necessari. Ma adesso cambia tutto.

(Foto Massimo Lupo/Fb)

 

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest