Attacco con il gas in Siria, la Russia difende Assad: “Fake news”. Scontro su risoluzione Onu

Ancora bombardamenti nella provincia di Idlib, zona sotto il controllo dei ribelli

Il testo della bozza, diffuso dall’Ansa, sottilinea anche che il presidente Assad deve “cooperare pienamente con il meccanismo di inchiesta e con Onu e Opac. Deve fornire i dati dei voli militari del giorno dell’attacco, i nomi degli individui al comando di squadre ed elicotteri, e accesso alle basi aeree da cui si crede siano state lanciate le armi chimiche”. La proposta di risoluzione presentata all’Onu da Usa, Francia e Gran Bretagna condanna l’attacco chimico in Siria di ieri, attribuendolo al regime di Assad e chiede che “i responsabili siano chiamati a risponderne”. Si esprime poi pieno sostegno alla missione di inchiesta dell’Opac (organizzazione Onu per la proibizione delle armi chimiche), domandando che “riporti i risultati dell’indagine il più presto possibile”. Il presidente siriano Assad dovrà inoltre “organizzare gli incontri richiesti, tra cui con generali o altri ufficiali, entro e non oltre cinque giorni dalla data in cui viene fatta domanda”. Ma la mossa viene respinta dalla Russia, che come membro permanente del consiglio di sicurezza dispone del potere di veto. La riunione d’urgenza dell’organismo è comunque iniziata, come previsto, alle 16 ora italiana.

Mosca definisce “provocatorie” le accuse e “inaccettabile” la bozza. “Gli Usa hanno presentato una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu basandosi su rapporti falsi – afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo – La bozza di risoluzione complica i tentativi di una soluzione politica alla crisi, è anti-siriana e può portare a una escalation in Siria e nell’intera regione”. Il vice ambasciatore russo all’Onu, Vladimir Safronkov, nega che Assad sia dietro l’ultima strage. “Il regime potrebbe usare le armi chimiche se la Russia smettesse di proteggerlo. Ma non è così e Assad non ha alcun incentivo per usare quel genere di armamenti. Piuttosto – ha aggiunto Safronkov -, è stata la cosiddetta linea rossa sull’uso delle armi chimiche tracciata dall’amministrazione Obama, oltrepassata la quale ci sarebbe stata la minaccia di un intervento militare americano, a dare a terroristi ed estremisti un motivo valido per usarle come provocazione, per attirare l’intervento militare straniero contro uno Stato sovrano”.

Intanto ancora bombardamenti nella provincia di Idlib, zona della Siria nordoccidentale sotto il controllo dei ribelli. Il dottor Ahmad Dbays, uno dei medici che hanno accolto i primi feriti nella zona di Idlib subito dopo l’attacco, riferisce all’Ansa che ci sono 25 minori e 16 donne tra i 74 civili morti per soffocamento, documentati con nome e cognome. Non solo: il bilancio è destinato a salire “forse oltre 100 morti” a causa della gravità delle condizioni di salute di decine di feriti.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest