Attacco a Londra, è italo-marocchino il terzo attentatore: fu segnalato dai servizi italiani

Youssef Zaghba, 22 anni è di madre italiana e padre marocchino e ha vissuto a Bologna per alcuni periodi. Fi fermato all’aeroporto del capoluogo emiliano l’anno scorso da cui stava per prendere un volo diretto a Istanbul

E’ l’italo-marocchino Youssef Zaghba, 22 anni, il terzo degli attentatori di Londra. Madre italiana e padre marocchino, il giovane ha vissuto a Bologna per alcuni periodi. Fu fermato a marzo 2016 all’aeroporto del capoluogo emiliano, da cui stava per prendere un volo diretto a Istanbul, spesso crocevia per il Califfato. Il ventenne aveva con sé solo un piccolo zaino, il passaporto e un biglietto di sola andata: circostanze sospette, che insieme alla rotta aerea per la Turchia, ne fecero disporre il fermo per accertamenti. Fu contattata la madre, che risiede tutt’ora nella provincia bolognese.

La donna spiegò alla polizia che il ragazzo le aveva detto di volere andare a Roma, chiedendole i soldi per il biglietto, e non le aveva mai parlato di Turchia. La procura dispose il sequestro del suo cellulare, in cui i tecnici della polizia trovarono quelle immagini che confermavano la volontà di aderire allo Stato Islamico. Il pm decise anche di perquisire l’abitazione della donna, portando via un computer e altro materiale informatico ritenuto di interesse per le indagini. Fu anche disposto dalla magistratura il sequestro del passaporto.

Ma il giovane si rivolse a un avvocato e presentò istanza al Tribunale del Riesame: un ricorso accolto, perché i giudici non avrebbero ritenuto sufficienti gli indizi per formulare un’accusa di terrorismo. Venne così ordinato il dissequestro del cellulare e del computer. La cittadinanza italiana invece ha impedito di procedere con un provvedimento di espulsione.

Gli apparati di sicurezza sostengono di avere condiviso tutte le informazioni raccolte all’epoca con l’intelligence britannica. Ma Scotland Yard fa sapere che Youssef Zaghba non era monitorato né dalla polizia né dall’Mi5.

 

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