Anziani & cantieri: una storia d’amore senza fine

Come ogni mattina mi trovo a sfogliare la pagine del sito istituzionale del Comune: caffè, un paio di fette biscottate, niente nutella che non mi piace (nononsosonopazza), forse uno yogurt quando attraverso la fase salutista e mi illudo che un vasetto da mezzo kg di bianco dolce sbriciolerà gli accumuli di grasso sulle mie cosce. E www.comune.napoli.it a completamento, appunto; una specie di faro nella notte, fonte inesauribile non solo di notizie, ma anche uno strumento informativo imprescindibile grazie al quale, ogni giorno più del precedente, riesco a sentirmi veramente protagonista della mia città.

E l’abbraccio di questa amministrazione, ritemprante come una tisana al finocchio quando hai un poco di ritenzione idrica si rivolge non solo a me, ma più a largo raggio a tutti gli abitanti della città, specie ai rappresentanti della terza età, quei vecchietti che tra un bus che non passa, una buca nella quale inciampare con disinvoltura e una fila alla posta, non sanno davvero come ingannare il tempo. E’ proprio a questo, mi sono detta stamattina mentre tra un Pan di stelle e un episodio di Masha e Orso buttavo un occhio al pc, che deve aver pensato il nostro lungimirante governo cittadino quando ha deciso di rendere visitabile il cantiere della Cassa Armonica della Villa Comunale. Quel gioiellino liberty che tante coppiette sbaciucchiose ha ricoverato negli anni, e al cui recupero si è deciso finalmente di mettere mano, sarà impacchettato come il migliore dei Christo, ma non per questo inibito alla fruizione cittadina.

“Sarà possibile visitare il cantiere –si legge testualmente sul sito del Comune- dal 3 ottobre e ogni primo sabato del mese, alle ore 10.00 o alle ore 11.00. Per prenotarsi basterà inviare una e-mail all’indirizzo: [email protected] indicando il giorno e l’orario scelti.  I visitatori saranno accompagnati da un Funzionario tecnico della Direzione Centrale Pianificazione e Gestione del Territorio – sito Unesco. Per motivi di sicurezza si formeranno gruppi di massimo 10 persone e saranno necessari l’utilizzo di scarpe chiuse e abbigliamento comodo”.

L’idea, geniale –e lo dico senza vena alcuna di sarcasmo- è dell’assessore Carmine Piscopo che deve essere stato pure lui raggiunto, così come ogni frequentatore del web che si rispetti, dalle esilaranti trovate di Lercio.it, la bibbia della disinformazione virale, fonte inesauribile di risate e paradossi che sul tema anziani&cantieri ha creato un vero e proprio tormentone, al punto da dare vita a una specie di allucinazione collettiva che vede indissolubilmente legati gli uni agli altri. Fa eco, alla surrealtà dirompente di Lercio l‘anti-pagina’ facebook ‘Ah ma non è Lercio’ che raccoglie per iniziativa del popolo della rete, notizie tanto vere quanto incredibili, che sembrano partorite da una mente malata, quella dei redattori del magazine suddetto, appunto.

Ora io vorrei dire una cosa all’Assessore Piscopo, pur lodando la sua idea così abbracciante ed inclusiva: “Assessore, lei sta creando un precedente pericolosissimo. La nostra –ma non devo ricordarglielo certo io- è la città dove si registra una imbarazzante percentuale di tuttologi. E’ la città nella quale chiunque, all’indomani di una partita di pallone, ha la soluzione in tasca per fare arrivare in vetta alla classifica la squadra del cuore, è la città in cui ognuno sforna fragranti pastiere, arrogandosi il primato di detenere la migliore delle ricette possibili, in cui ciascuno sa meglio di chiunque altro, preferibilmente se è il capo della Polizia Municipale, come gestire il traffico cittadino. La nostra è la città in cui quasi nessuno resiste alla tentazione di fare quel pur necessario esercizio di umiltà e indietreggiare rispetto all’endemico bisogno di dire la propria. In cui pochi riconoscono all’altro il ruolo, il tempo, lo spazio dovuti.  Assessore Piscopo, io sono un poco preoccupata: qui finisce che sul cantiere della Cassa Armonica ci si ritrova veramente cittadini armati di righelli e squadrette, visto che da oggi a Napoli, siamo anche tutti un po’ ingegneri!”

 

Sarah Galmuzzi

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