Cerimonia nella casa della Nave Europa, dove la Soprintendenza e l’azienda Mastroberardino gestiscono un vigneto dalle cui uve viene ricavato il vino Villa dei Misteri. All’interno dell’Auditorium è in corso invece un convegno dedicato alla calce

POMPEI – Gli scavi di Pompei sono oggetto in questi giorni di interessanti eventi ed iniziative, sempre rientranti nel grande progetto di rivalorizzazione del rinomato sito archeologico.

Nella mattinata odierna (giovedì 29 ottobre) ha avuto luogo la “Cerimonia della Vendemmia” nella casa della Nave Europa: qui dal 1994, la Soprintendenza Speciale di Pompei, Ercolano e Stabia e l’azienda agricola Mastroberardino gestiscono un vigneto dalle cui uve (varietà piedirosso e sciascinoso), unite a quelle di altri fondi rustici dell’antica città (casa del Triclinio estivo, Caupona del Gladiatore, Foro Boario)  viene ricavato un eccellente prodotto, il vino Villa dei Misteri. Allo svolgimento di tale procedura, studiata e monitorata dal Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza e dagli studenti dell’Istituto superiore di agraria “Vesevo Cesaro” di Boscoreale, si è accompagnata altresì la presentazione di tipologie di pane mangiate abitualmente nell’area vesuviana prima dell’eruzione del 79 d.C: netta la distinzione in termini di qualità tra le varianti destinate ai cittadini poveri, come il nero plebeius con farina setacciata rada e lo scuro cibaricus dalla forma allungata, e quelle per i grandi conviti dei ricchi, ovvero l’artalaganus, impastato con vino, canditi, uva passa e miele, e l’adipatus, a base di grasso di maiale. La preparazione dei pani è stata curata dallo chef Paolo Gramaglia il quale, campano d’origine e gestore di un noto ristorante di Pompei, si sta specializzando nel recupero di tali ricette risalenti a più di 2000 anni fa.

All’interno dell’Auditorium di Pompei, invece, è in corso un convegno di studi dedicato alla calce, elemento grazie al quale i Romani ebbero modo di realizzare piccole e grandi opere architettoniche in tutta l’ecumene. Nella giornata di oggi, giovedì 29 ottobre, l’attenzione è stata rivolta all’uso di tale materiale principalmente a Pompei, dove ne è stata riconosciuta una stretta associazione con le tecniche pittoriche dell’affresco e dell’encausto (relazioni di C. Grandin e F. Fratini). Successivamente, nella parte pomeridiana, si è dato spazio ad un particolare caso di malta deteriorata (Casa di Sirico), nonché a confronti con le superfici ad intonaco di Venezia e i preparati di allettamento usati per i paramenti e le coperture della Cattedrale di Sebenico (Croazia).  La seconda ed ultima giornata, prevista per domani, venerdì 30 ottobre, vedrà ancora interessanti contributi, come la presentazione del progetto Forum Calce a livello europeo (A. Rattazzi), la tradizione muraria della calce in Valle d’Aosta (L. Appolonia) e l’impiego di tale materiale nei restauri di alcune storiche facciate italiane negli ultimi vent’anni (N. Longhitano), seguiti da una tavola rotonda finale e da una visita all’area archeologica pompeiana.

Angelo Zito

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