Libri, catastrofe culturale in Campania e al sud: le regioni povere non leggono

Gli indici Istat: il Nord mantiene il primato in termini di abitudine alla lettura, distacchi abissali con i territori meridionali

Esiste una relazione tra pil e abitudine alla lettura? Il sospetto lambisce la certezza, guardando gli ultimi dati Istat: le regioni dove si legge meno sono tutte al sud, e sono Campania, Calabria e Sicilia. L’indagine attesta che, nel 2017, “i residenti nelle regioni del Nord-est e del Nord-ovest mantengono il primato in termini di abitudine alla lettura (49,0% e 48,0%). Il Centro si posiziona come spartiacque tra le ripartizioni con un 44,5% di lettori, quota che scende al 28,3% al Sud (valore minimo) mentre nelle Isole la realtà è molto differenziata, come nel 2016: si passa dal 25,8% della Sicilia al 44,5% della Sardegna”. In Campania è del 27,5 la percentuale di persone di 6 anni e più, che hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali, nei 12 mesi precedenti l’intervista. La percentuale scende al 6,5, esaminando la fascia dei “lettori forti”, ossia chi legge almeno un libro al mese. Per intenderci, nel ricco Trentino-Alto Adige, in cima alle graduatorie per la qualità della vita, le percentuali sono rispettivamente del 53,1 e del 18,4; nel Friuli-Venezia Giulia del 50,6 e del 15,3. Una catastrofe educativa e culturale per la Campania e per il Mezzogiorno, a cui nessuno ha mai voluto porre rimedio. Il divario Nord-Sud comincia da qui.

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