Sabato rappresentato lo spettacolo sulle avventure in città di Michelangelo Merisi
NAPOLI – Un suggestivo ed originale modo di raccontare la vita di uno dei più grandi pittori della storia dell’umanità: l’Associazione culturale Nartea ha proposto al pubblico nella serata di sabato scorso presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli uno spettacolo dedicato a Michelangelo Merisi noto più comunemente come il Caravaggio, dal titolo “Merisi – Le verità dal buio”.
Dopo una breve introduzione tenuta all’interno della cappella del celebre Istituto di beneficenza (ancora oggi attivo attraverso donazioni ed aiuti in favore di associazioni onlus del territorio) sulla situazione socio-politica della Napoli di primo Seicento, nonché sulle motivazioni che portarono i governatori del Pio Monte a scegliere Merisi per la commissione dell’opera pittorica più importante del loro luogo di culto (la pala con le “Sette Opere di Misericordia”, ancora oggi posta dietro l’altare principale), gli stessi attori di Nartea, indossanti bellissimi costumi d’epoca, hanno condotto gli spettatori in giro per il chiostro e le stanze superiori del Complesso oggi ospitanti un piccolo Museo. Ben rappresentati tutti gli elementi biografici fondamentali del pittore, ovvero le sue passioni: il cibo ed il vino, che quasi quotidianamente amava degustare a Napoli presso la Taverna del Cerriglio (a pochi passi dall’attuale Piazza Bovio); le donne, e in particolare le prostitute che spesso come nel caso della “Morte della Vergine” erano fonte di ispirazione persino per i suoi quadri di carattere religioso e verso una delle quali provò un autentico sentimento; il gioco e dunque la sete di guadagno (i 400 ducati da lui intascati per la commissione del Pio Monte gli avrebbero permesso di vivere senza lavorare per più di dieci anni!); la sua continua tensione verso un equilibrio interiore ed i frequenti scontri con l’umanità intorno a sé, che determinarono risse e in qualche caso omicidi come quello romano della pallacorda: proprio per sfuggire alla punizione di quest’ultimo reato da parte dell’autorità pontificia, il grande artista Merisi decise di rifugiarsi a Napoli. Qui, nonostante fosse ben nota la sua controversa personalità, venne accettato e persino stimato dal Governatore del Pio Monte, il quale non solo gli affidò il compito di rappresentare tutte le Sette Opere citate nel Vangelo di Matteo in un solo dipinto ma lo nominò addirittura capomastro (anche se Caravaggio non volle mai essere chiamato così) e modello da imitare per Battistello Caracciolo, pittore locale la cui tecnica si sarebbe notevolmente accresciuta in seguito a questa sorta di apprendistato ed il quale avrebbe dipinto poi, in modi appunto caravaggeschi, una delle tele nella chiesa della Misericordia (“La liberazione di San Pietro dal carcere”). A rendere estremamente piacevole lo spettacolo, oltre che il talento indiscusso degli attori, anche la scelta del criterio itinerante: tra una scena e l’altra, infatti, gli spettatori hanno potuto vedere ed apprezzare le tele di altri autori napoletani del Seicento (Carlo Sellitto, Fabrizio Santafede, Massimo Stanzione) recanti chiaramente l’impronta del grande pittore lombardo, nonché bellissimi ostensori, crocifissi ed arredi liturgici di proprietà del Pio Monte.
Impegnata anche nell’organizzazione dell’evento culturale-gastronomico “Show Food” a San Domenico Maggiore, l’Associazione Nartea conta di riproporre anche nei mesi di novembre e dicembre tale rievocazione dedicata ad un artista che ha davvero saputo rendere la pittura “coinvolgente e sconvolgente” allo stesso tempo.
Angelo Zito