In scena dal 19 febbraio “Dignità autonome di prostituzione” di Luciano Melchionna

NAPOLI – La “Casa chiusa” dell’Arte, dove gli attori – come prostitute – sono alla mercé dello spettatore. Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera, adescano e si lasciano abbordare dai clienti/spettatori che – muniti di dollarini, il denaro locale acquisito con il biglietto d’ingresso – contrattano il prezzo delle singole prestazioni con una “Strana Famiglia” tenutaria della Casa. Conclusa la trattativa, il cliente – uno, due o piccoli e grandi gruppi a seconda delle ‘perversioni’ – si apparta, con l’attore scelto, in un luogo deputato dove fruirà di una o più “pillole del Piacere”: monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, atti ad emozionare, far riflettere e divertire lo spettatore, in “uno stupore nuovamente sollecitato”. “Dignità autonome di prostituzione” è in scena da 8 ani, ma sempre diverso. Dal 19 febbraio lo spettacolo di Luciano Melchionna è al Bellini di Napoli,  dove torna per il quinto anno consecutivo.

(Foto Viviana Martucci)

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