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NAPOLI – A Napoli il mese di settembre è legato non soltanto alla ricorrenza del martirio del patrono, San Gennaro, ma anche ad una plurisecolare festa molto sentita dalla gente di mare: la Piedigrotta.
Nella zona dove attualmente sorge il Santuario dedicato alla Madonna, ovvero “a piè” della Crypta Neapolitana, galleria attraverso la quale passava l’antica strada da Napoli a Pozzuoli, già nel I secolo d.C. Petronio ricorda nel Satyricon lo svolgimento di riti in onore del dio Priapo, nume della fertilità. Sempre qui, alcuni secoli dopo, con l’avvento del Cristianesimo, un gruppo di fedeli avrebbe ricevuto una visione mistica della Vergine in seguito alla quale sarebbe stata costruita una cappella. Distrutto da un maremoto nel 1343, tale piccolo luogo di culto avrebbe assunto circa dieci anni dopo le dimensione di un santuario, detto appunto “de pedi grotta”.
La prima citazione di una festa dedicata a “Santa Maria della grotta” risalirebbe secondo alcune cronache scoperte e raccolte da Benedetto Croce al 1487. A partire dal 1744, Carlo III volle conferire alla ricorrenza connotati paganeggianti, ovvero introducendo l’usanza della sfilata dei carri allegorici per la città (i carri di ciascuna corporazione cittadina rendevano prima l’inchino al palco dove sedevano i reali e poi venivano presi d’assalto e distrutti dalla plebaglia) , nonché la cosiddetta “abbuffata” pomeridiana nel giorno della Natività della Madonna (l’8 settembre), con un ricco menu a base di parmigiana di melenzane, polli arrostiti, uva, mele cotogne e dolciumi vari.
Nel 1835, in concomitanza con i festeggiamenti della Piedigrotta, venne introdotta ufficialmente la prima edizione del Festival della Canzone Napoletana, rassegna musicale nella quale si affermarono celeberrimi brani ancora oggi famosissimi, come “Te voglio bene assaje”, “Funiculì funiculà” e “O sole mio”, nonchè autori del calibro di Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Raffaele Sacco e Roberto Bracco.
In seguito al tremendo sisma che colpì, oltre all’Irpinia, anche Napoli e numerosi centri della sua provincia, a partire dal 1983 l’amministrazione comunale cittadina scelse di devolvere i fondi un tempo destinati per la festa in favore degli sfollati. Nonostante ciò, la bellezza della Piedigrotta era ancora rimasta nel cuore dei napoletani; pertanto, all’indomani del successo di di alcuni eventi commemorativi (il più celebre forse la mostra “Piedigrotta che passione” allestita nel 1993 al Maschio Angioino), nel 2007 il sindaco Iervolino decise di ripristinare i tradizionali festeggiamenti affidandone l’organizzazione all’Ente provinciale per il Turismo e alla Congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi che tuttora risiede presso il noto Santuario di Mergellina.
Così come negli ultimi anni, il programma 2015 della Piedigrotta è stato delineato ricercando un giusto equilibrio tra sacro e profano. Sabato 5 settembre alle 20 si è tenuta la Messa dei pescatori sull’arenile di Mergellina, preceduta dal corteo delle barche in mare e seguita dalla processione del quadro della Vergine. Domenica 6, allo stesso orario, è stata celebrata la “Messa degli artisti”, mentre nella serata di lunedì 7 un corteo processionale da piazza Torretta e, a mezzanotte, il festoso suono delle campane hanno preannunciato la solennità odierna della Natività di Maria. Ulteriori eventi sono previsti altresì nei giorni seguenti all’interno del Santuario, che si concluderanno sabato 12 alle 19 con la Messa presieduta dal cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. Per quanto concerne, invece, eventi e festeggiamenti civili, da non perdere una mostra di “ex-voto della seconda guerra mondiale” presso la cappella del Battistero, la “Serenata alla Madonna” la sera del 10 settembre e, “a latere” ma volutamente fatta coincidere dal curatore, Carlo Faiello, con la Piedigrotta, la “Notte della Tammorra”, rassegna di musica e cultura popolare.

Angelo Zito

(Foto youtube/D.Buonanno)

 

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