Mostra fotografico-documentaria a Castel Nuovo: storia di una “famiglia di patrioti”

NAPOLI – All’interno della suggestiva Torre Beverello del Castel Nuovo di Napoli è ospitata un’interessante mostra fotografica documentaria dedicata alla famiglia Poerio, legata nella sua lunga storia alla travagliata esperienza dei moti risorgimentali italiani.

Tre sono i componenti che le hanno dato maggiormente lustro. Giuseppe, nato in un paese dell’odierna provincia di Catanzaro nella seconda metà del Settecento, dedito agli studi giuridici, si trasferisce a Napoli all’età di vent’anni assieme ai fratelli Leopoldo e Raffaele, partecipando attivamente alla Rivoluzione partenopea del 1799 per poi essere mandato in esilio con il ritorno dei Borbone. Da qui, la sua vita è contrassegnata da alcuni esili che lo allontanano insieme ai figli dalla capitale del Regno. Il suo “momento di gloria” è il decennio francese, allorquando ricopre prestigiosi incarichi pubblici, come quello di Procuratore Generale della Gran Corte di Cassazione, attribuitogli in prima persona da Gioacchino Murat e del quale è proposta al pubblico una riproduzione fotografica.

 

Alessandro, figlio di Giuseppe e fratello di Carlo, si dedica agli studi classici, cimentandosi allo stesso tempo con le principali lingue straniere. Degno di nota il suo carteggio letterario (pubblicato nel 1949 da Benedetto Croce) risalente al tempo della permanenza in Germania, dove grazie all’incontro con Goethe apprende l’arte della poesia, da lui ritenuta “fonte di verità, luce e guida infallibile per l’umanità”. Preziose testimonianze storiche sono gli scambi epistolari non solo con il poeta tedesco ma anche con Giacomo Leopardi, Antonio Ranieri, Niccolò Tommaseo: lettere, queste, dalle quali traspare un “romantico” senso di inquietudine provato nei periodi lontano da Napoli a causa dell’adesione agli ideali liberali. Compositore dell’inno “Il Risorgimento”, molto vicino a Guglielmo Pepe, prima nel 1821 e successivamente nel 1835 durante l’esilio in Francia, Alessandro partecipa attivamente ai moti del 1848 per la liberazione della Repubblica di Venezia. Riguardo a tale evento, vengono proposti al pubblico documenti del Centro Studi Storici di Mestre, come alcuni versi composti durante una breve tregua dai combattimenti nei quali, celebrando la grandezza di Venezia, l’autore lascia chiaramente trapelare il presagio di una sua imminente morte, avvenuta difatti il 3 novembre 1848 a seguito del ferimento nella battaglia di Mestre del precedente 27 ottobre, della quale è proposta una suggestiva stampa, opera di Vincenzo Giacomelli. Di grande impatto emotivo, inoltre, la poesia di Ettore Bogno, “Marghera”, in cui è celebrato il grande coraggio di Alessandro, protagonista della “sortita di Mestre”, scritta nel 1898 a distanza di cinquant’anni dal suo martirio.

 

Ampio spazio è dedicato, infine, a Carlo, noto nella storia del Risorgimento già in virtù del prestigioso incarico di Ministro della Pubblica Istruzione ricoperto a Napoli nel governo costituzionale del 1848-49. Tra i primi a caldeggiare l’idea di una lega di Stati italiani, nonché prodigo nel concedere maggiori libertà ai patrioti siciliani, inviso ai conservatori, viene spodestato nel luglio 1849 e mandato in prigionia: celeberrima la scena del suo arresto, immortalata in un dipinto di Nicola Parisi, custodito proprio all’interno del Museo Civico di Castel Nuovo. Scarcerato nel 1859, Carlo si stabilisce a Torino sotto la protezione del governo sabaudo, decidendo di ritornare a Napoli solo in seguito all’annessione della città proclamata da Garibaldi il 7 settembre 1860. Molto suggestive le frasi di elogio dedicategli da Benedetto Croce nel libro “Una famiglia di patrioti”, nonché le parole di F. Esposito il quale ne sottolinea sì il destino di “ingiuriato” nella sua terra d’origine ma allo stesso tempo ne celebra la grande integrità morale ed onestà: proprio per queste virtù, Carlo viene eletto Deputato del Regno d’Italia, così come ricordato dall’immagine di un Annuario del Parlamento, datato 31 gennaio 1867.

Angelo Zito

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