Da Caravaggio a Madonna, viaggio di 3 secoli tra le icone pop-rock

Al Pan di Napoli la mostra Rock6!, tra musica, costume e arte

“Una vera icona della pop – rock, che a tre decadi da quando “Everybody”,  il suo primo singolo, fu pubblicato ancora oggi continua a sorprendere i fan di lunga data e a intrigare e ammaliare le nuove generazioni”. Questo il ritratto delineato in merito alla cantante Madonna dai giornalisti Michelangelo Iossa e Carmine Aymone, curatori della mostra “Rock6!” allestita dallo scorso 9 luglio presso il Pan di Napoli.

All’artista statunitense con dichiarate origini italiane è dedicata la sezione “Iconic” dell’esposizione partenopea. Estremamente ampio e variegato il carnet di materiali visibili al pubblico, dalle copertine dei primi album degli anni Ottanta ai ritratti su carta semplice, tela o alluminio. La pop singer viene raffigurata ora nei tratti della comune “brava ragazza” (“Ray of light” di Renata Giorgini) ora come emblema del concetto di trasgressione nel quale tante figure sociali emarginate hanno potuto trovare identificazione nel corso degli ultimi decenni: il riferimento, in particolar modo, va ai bozzetti per i “Dolls” dei designers Alessandro Gatti e Giuseppe De Bellis, al poster “Virgin ambition” di Aldo Diaz e ad una peculiare stampa su tela di Michelangelo Prencipe. Ulteriore elemento che impreziosisce il corpus dedicato alla cantante è l’inedito album fotografico ufficiale riguardante il suo concerto di Philadelphia del 2015, rientrante nel “Rebel Heart Tour”.

 

 

Nelle sale attigue è allestita un’altra interessante sezione di “Rock6!”, incentrata sulla fama del tragediografo inglese William Shakespeare nella storia della musica del Novecento (“Shakespearock – Il mondo della musica e il bardo di Stratford”). Sulle pareti sono esposti quadretti a fondo nero recanti stralci di canzoni di famosi artisti che richiamano personaggi e vicende raccontati dal grande autore, come ad esempio Romeo e Giulietta, citati nei testi di Lou Reed e dei Dire Straits. Ottima la scelta da parte dei curatori di associare al sottofondo musicale rappresentato dal “Neapolitan Shakespeare” di Gianni Lamagna della Nuova Compagnia di Canto Popolare (diciassette sonetti del poeta britannico musicati e tradotti in dialetto napoletano!)  la visione di alcuni abiti di gusto seicentesco creati dagli allievi dell’Accademia Vesuviana del teatro.

La sezione “Genio in chiaroscuro” intende invece ricreare il particolare contesto musicale che avrebbe accolto Michelangelo Merisi da Caravaggio al momento del suo arrivo a Napoli: le “canzoni villanesche”, o semplicemente “villanelle”, scritte da un nutrito gruppo di autori locali tra i quali Giovan Tommaso Cimello, Vincenzo Fontana , Giovan Domenico del Giovane da Nola (quest’ultimo maestro di cappella dell’Annunziata). A far da corollario a tale atmosfera le riproduzioni di alcuni capolavori del grande pittore, ovvero “Le sette opere di misericordia”, “La Flagellazione di Cristo” e “Il martirio di S. Orsola”.

 

 

“Se c’è una sola persona che si può fregiare del titolo di “quinto Beatle” quella è senza dubbio George Martin. Per me è stato come un secondo padre. E’ la personalità musicale più straordinaria che abbia mai avuto il privilegio di conoscere”. Queste le parole di Sir Paul Mc Cartney pronunciate in occasione della morte del noto produttore inglese avvenuta lo scorso marzo. A Martin e al prezioso contributo dato ai Beatles sin dagli inizi della loro carriera a partire dallo studio, poi divenuto celeberrimo, di Abbey Road a Liverpool è dedicata un’apposita sala della mostra, ricca di copertine di album, foto di lavoro in sala di registrazione e prime pagine di giornali, come quella del primo concerto in Italia della band svoltosi a Milano il 24 giugno del 1965. “All together now” è il titolo del filmato, comodamente visibile in poltroncina, che narra il lungo e fortunato sodalizio con il “producer”. “Rock6!” sarà visitabile sino al prossimo 3 settembre durante il regolare orario di apertura del Pan.

Angelo Zito

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