Carbone al Mibac, arriva la Befana dei restauratori: “Sottopagati a causa del ministero”

Il 5 gennaio la protesta nel quadro della campagna di mobilitazione nazionale promossa dalla Fillea Cgil

Arriva la “Befana dei restauratori”. Il prossimo 5 gennaio, le lavoratrici e i lavoratori del restauro consegneranno al Ministero dei Beni Culturali un sacco pieno di carbone, e una petizione sottoscritta da migliaia di persone in tutta Italia nel quadro della campagna di mobilitazione nazionale promossa dalla Fillea Cgil. Emergono gravissime responsabilità del governo nazionale e del Ministero. Le lavoratrici e i lavoratori impegnati nel restauro di molti edifici del patrimonio storico, artistico e culturale del nostro Paese percepiscono infatti stipendi inferiori al contratto per centinaia di euro. Questo perché il Ministero dei beni culturale riconosce come contratto-tipo per i cantieri del restauro quello firmato da Associazioni minori non rappresentative, e non quello firmato da Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. Tra l’altro il contratto nazionale di lavoro edilizia industria, che ha al suo interno le figure del restauro, dal 4° al 6° livello o quello analogo firmato con le Associazioni Artigiane. “Il contratto capestro firmato da associazioni minori non rappresentative – spiegano i dirigenti della Fillea Cgil – legittima retribuzioni più basse di centinaia di euro, rispetto a quelle previste dagli altri due; inoltre non considera tutte le specificità legate al cantiere come la cassa edile. E’ un contratto che si definisce del restauro, ma penalizza notevolmente i lavoratori del restauro cui viene applicato, spesso già vessati da una condizione di precarietà”. Ancora più grave, secondo il sindacato, è il fatto che il ministero abbia chiamato al tavolo previsto dal Codice degli Appalti, per definire le regole di settore le stesse associazioni non rappresentative anziché l’Ance, gli Artigiani edili e le organizzazioni sindacali Fillea, Filca, Feneal. Le richieste del sindacato sono che il Mibact sospenda subito le procedure in corso, che contrastano con quanto stabilito dal Ministero del Lavoro, e convochi le parti sociali più rappresentative, ripristinando una linea di coerenza con le nuove regole sugli appalti.

Ciro Crescentini

(Foto beniculturali.it)

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