Le attività di ricerca e tutela al congresso svolto a Taranto dal 24 al 27 settembre

TARANTO – In occasione del LV Convegno di Studi sulla Magna Grecia, svoltosi a Taranto dal 24 al 27 settembre scorso e intitolato “Produzioni e committenze in Magna Grecia”, la Soprintendenza Archeologica della Campania, presieduta e rappresentata da Adele Campanelli, ha illustrato i risultati delle attività di ricerca, tutela e sorveglianza nel territorio regionale e riguardanti il periodo ottobre 2014/settembre 2015.
A Napoli, nel centro storico, poco al di fuori degli scantinati del Palazzo Carafa di Stigliano (vicino S. Chiara), sono stati individuati paleosuoli con solchi di aratura che documentano un’occupazione dell’area già intorno al 1800 a.C., data dell’ eruzione vesuviana detta delle pomici di Avellino. In merito al tracciato difensivo greco della città, indagini presso il Convento di San Gaudioso (sulla collinetta di S. Aniello a Caponapoli) ed al di sotto di piazza San Domenico e dell’omonima chiesa ne hanno confermato la presenza di alcuni tratti databili tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Sotto la chiesa della Pietrasanta, è emerso un interessante complesso edilizio romano, creato già nel III secolo a.C. ed occupato sino a tutta l’età tardo-repubblicana, abbellito in uno degli ambienti da un pregevole mosaico con motivi fitomorfi. L’area di Piazza Municipio, un tempo sede del porto di Neapolis, è stata ulteriormente investigata in concomitanza con i lavori delle stazioni Linea 1 e Linea 6 della metropolitana: gli archeologi hanno qui individuato fondali dragati sia in età ellenistica (III secolo a.C.) con l’ausilio della ruota dentata di un’imbarcazione, sia in età augustea; al di sotto di questi ultimi livelli, sono venute alla luce ceramiche di VI-V secolo a.C. che comproverebbero l’esistenza del più antico insediamento di Partenope-Palepoli. Di notevole valore il rinvenimento di due relitti: il primo (relitto F) corrisponderebbe ad una nave da carico a vela; il secondo (relitto G), lungo circa 8 m, con estremità speculari e remi, sarebbe stato usato invece per la pesca e attività di trasporto. Sul lato Ovest della piazza, a conferma della vitalità dello scalo portuale anche in età romana, è stata approfondita l’analisi di una banchina in opera cementizia, databile al tempo di Augusto e della quale è rimasta parte della cassaforma di legno necessaria per la sua realizzazione. Ad Agnano, presso le Terme romane, gli scavi condotti dall’Università Orientale hanno non solo documentato una frequentazione di tale impianto sino ad epoca tardo-antica ma hanno altresì portato alla luce un gruppo di statuette votive in marmo asiatico pertinenti ad un presunto santuario di Asclepio.
In provincia di Napoli, significativi i ritrovamenti nella zona di Pozzuoli: alle pendici del Monte Gauro, i materiali ceramici provenienti dal terrapieno di una terrazza (ceramiche a vernice nera) documenterebbero un’occupazione della zona già nel III secolo a.C., così come sull’acropoli della città presso il Rione Terra. Ad Acerra, in località Monte Santo, durante i lavori per la linea ferroviaria Alta Velocità, sono venute alla luce testimonianze di un villaggio del Neolitico e dell’Età del Bronzo, ovvero buche per pali lignei di capanna, fosse e canalette colme di ceramica tipica dell’epoca (facies di Laterza) e pozzetti funerari con le ossa di infanti.
La penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana continuano anch’esse a restituire importanti dati. A Sorrento, un sistema di canalizzazione ed una rete fognaria gravitanti intorno al Forum della città romana sono apparsi mal conservati e disturbati da interventi antropici di epoche posteriori, mentre all’interno della vicina villa di Pollio Felice (I secolo a.C.- I secolo d.C.), in posizione scenografica sulla costa, gli archeologi hanno appurato la distinzione tra una pars produttiva agricola e una pars residenziale per il ricco proprietario e la sua servitù. L’area del cimitero di Piano di Sorrento, prima ancora che da un impianto artigianale romano (III-I secolo a.C.), sarebbe stato precedentemente interessato in età preistorica da una frequentazione umana dimostrata da alcune schegge in selce. Lungo l’antica via Minervia, che conduceva cioè al santuario di Atena posto sulla Punta Campanella, recentissime ricerche hanno rivelato due basolati romani sovrapposti sicuramente antecedenti la pavimentazione stradale di età vicereale. Infine, a Positano, presso la villa romana coperta dall’eruzione del 79 d.C., è stata approfondita la conoscenza di un triclinium (sala da pranzo): aperto verso un cortile porticato interno, l’ambiente ha restituito pregevoli decorazioni a stucco con mostri marini e delfini, nonché un armadio ligneo in cui era riposto il vasellame domestico in bronzo.
Di notevole interesse la relazione tenuta dal Soprintendente Speciale di Pompei, Ercolano e Stabiae, prof. Massimo Osanna. Da una parte, infatti, sono stati mostrati i recenti esiti delle attività svolte a Pompei: di restauro artistico (completamento dei lavori nella Villa dei Misteri, nella Casa di Loreio Tiburtino e nella Fullonica di Stephanus), di manutenzione (rifacimento delle coperture di diverse case, come quelle dell’Efebo e dei Dioscuri) e di ricerca (ipotesi di tracciati viari sannitici sotto il terrapieno della Regio IX grazie a prospezioni geomagnetiche e nei pressi delle Terme Stabiane). Dall’altra, sono stati preannunciati nuovi progetti, come la realizzazione di un Museo di Scienze Naturali presso la cosiddetta “Scuola di Fiorelli”, di una nuova segnaletica e di nuove mappe dell’area archeologica pompeiana, nonché il prolungamento di apertura della mostra “Pompei e l’Europa” sino a fine anno.

Angelo Zito

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