Napoli, De Laurentiis vuole lo Stadio Maradona gratis per fare affari e profitti

dura reazione della consigliera Muscarà: “è un ricatto”

Il presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis continua a lanciare ultimatum all’amministrazione comunale partenopea sulla gestione dello Stadio Maradona. Ieri sera in diretta Tv nell’ultima puntata di “Che tempo che fa” ha rilanciato la richiesta di gestire la struttura sportiva di Fuorigrotta per 99 anni minacciando in caso di risposta negativa da parte del Comune di costruire uno stadio a Caserta.

A quanto pare il progetto di De Laurentiis prevede la demolizione completa del primo anello e delle curve, le quali verrebbero ricostruite ex novo in 2 o 3 anelli più vicini al terreno di gioco. Realizzazione di una zona skybox e di 2 torri di servizio nell’attuale tribuna Posillipo. Smantellamento e sostituzione della copertura esistente.

Rifacimento di tutta l’area esterna allo stadio, zona vip, botteghini. Costruzione di un centro commerciale con ipotetica sala cinematografica o museo del nella zona che si creerebbe tra la struttura di sostegno della copertura e le nuove curve. Adeguamento urbanistico dell’area circostante di piazzale Tecchio con creazione di un parco per l’accesso allo stadio.

In sintesi, la svendita di un importante bene pubblico a vantaggio delle logiche affaristiche e dei profitti di un padrone.

Significativo il commento della consigliera regionale indipendente Maria Muscarà: “Per il presidente De Laurentiis, che rispetto e apprezzo per i risultati raggiunti, lo stadio Maradona deve cambiare la sua natura e diventare uno stadio per le celebrazioni, togliendo la pista di atletica attorno al campo, e cancellando gli altri sport. I nostri giovani già fanno fatica a fare sport e gli ricordo che non esiste solo il calcio. ‘O questo o niente’? Il ricatto. Allora lo faccia a casa sua, con i suoi soldi! – dichiara la Consigliera Muscarà – È un ‘ricatto’, vuole lo stadio che è proprietà dei cittadini napoletani, in regalo per 99 anni dal Comune, e magari con il contributo dei fondi regionali. Perché non costruirlo in periferia come ormai fanno le grandi società? Napoli è l’unica città al mondo ad avere tutto in centro città, dallo stadio all’aeroporto con i loro enormi punti negativi, come il traffico intenso e i grandi rischi per la sicurezza, magari aiuterebbe a riqualificare anche una periferia di Napoli. Ma costruire un altro stadio, vorrebbe dire mettere l’intero capitale, senza usufruire di beni pubblici, abbiamo capito tutti dove vuole arrivare!”

E non mancano le critiche sui social. Eloquente il commento del giornalista Gianni Occhiello. “Qualcuno può spiegare, come si fa con i bambini piccoli, che la parola “deve” come “voglio” e i ricatti non sono cose buone e giuste? In questo caso a maggior ragione perché lo stadio è dei cittadini, dei Napoletani e il Comune è tenuto a considerare le esigenze di tutta la città, non acquietare i voleri dell’imprenditore capriccioso – evidenzia Occhiello – Sarebbe il caso di pensare una volta per tutte alla costruzione di un nuovo stadio che ADL può creare con soldi suoi, fuori dal centro città. Una struttura all’avanguardia che non crei più continui e insopportabili disagi a quartieri interi. La squadra, i tifosi e i napoletani se lo meritano“.

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Gaetano Manfredi. Il meccanismo concessorio si basa su un project financing quindi sulla presentazione di un progetto di ristrutturazione con un piano di investimento pluriennale che giustifichi la concessione. E’ un discorso che dobbiamo mettere in campo: vediamo qual è la proposta del Napoli e la valuteremo a norma di legge perché esistono delle norme che regolano queste tipologie di intervento”.

Una cosa è una convenzione che è legata all’aspetto dell’uso dello Stadio, come è stato in tutti questi anni. Un’altra è una concessione a lungo termine che segue norme, principi completamente diversi, e che quindi corrisponde allo stesso ragionamento fatto per San Siro richiedendo un piano di investimenti che deve essere valutato dagli organi competenti e che deve giustificare anche il tempo della concessione” sottolinea Manfredi.

CiCre

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