De Magistris si riscopre manettaro:”Cospito è un criminale trasformato in martire. Mafiosi e anarchici hanno obiettivi comuni”

Le dichiarazioni del portavoce di Unione Popolare stanno provocando dissensi e critiche nell’area della sinistra radicale

Il portavoce di Unione Popolare, Luigi de Magistris ha rilasciato delle dichiarazioni nelle ultime ore sul caso di Alfredo Cospito che hanno già provocato disagio, imbarazzo, aperto discussioni e dissensi nell’area della sinistra radicale e antagonista. De Magistris ha assunto una posizione giustizialista-manettara, lontana anni luce dalle lotte complessive, le rivendicazioni contro il 41 bis, il carcere duro, la tortura, la cosiddetta “rieducazione carceraria”, portate avanti da anni dal movimento operaio, le realtà politiche della sinistra di classe e tutti i movimenti di oppressi dal capitalismo.

Eppure Potere al Popolo, la principale componente di Unione Popolare, durante l’ultima campagna elettorale ha proposto  “l’abolizione dell’ergastolo e del 41 bis, e l’emanazione di un provvedimento di amnistia per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario”.

Trattativa anarchici-mafiosi? C’è un obiettivo comune, eliminare 41 bis” – così Luigi De Magistris risponde a una domanda sull’ipotesi – sostenuta dal parlamentare di Fratelli D’Italia Giovanni Donzelli – secondo cui l’anarchico Alfredo Cospito sarebbe ‘un influencer che la mafia sta utilizzando per far cedere lo Stato sul 41 bis’.

Credo che sia verosimile parlare di una convergenza di un obiettivo comune per eliminare il 41 bis. Dobbiamo ricordare che ai primi punti della trattativa tra Stato e Cosa Nostra c’era l’eliminazione del 41 bis. La finalità di questa misura è che persone della criminalità organizzata o di organizzazioni terroristiche possano comunicare con l’esterno, è compito della magistratura capire se Cospito rappresenta i vertici di un’organizzazione terroristica o meno” -sottolinea de Magistris – ha sottolineato de Magistris.

In merito alla pericolosità di Cospito. L’ ex magistrato, intervenendo nella trasmissione “Prisma” condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli in onda su Cusano Italia Tv ha affermato che “Cospito ha già raggiunto il suo obiettivo. Cospito è un criminale e ora è l’uomo più famoso d’Italia. Ci troviamo a discutere di potenziali convergenze tra Cospito e mafiosi“.

L’ex Pm ha poi aggiunto: “Dobbiamo fare attenzione: nella presunta e assai probabile trattativa tra Cosa Nostra e lo Stato, c’era l’abolizione del 41 bis. Starei attento a fare di Cospito un leader dei movimenti terroristici internazionali. Oggi siamo di fronte a scenario che mi preoccupa: mentre prima Cospito era rappresentante di frangia isolata e violenta, oggi invece ci troviamo di fronte ad una polveriera: pandemia, guerra, scenari economici tragici, non c’è clima di uno Stato rassicurante“.

alfredo Cospito

Io sono uno che approfondisce molto. Chi vuole approfondire il movimento anarchico sa che esistono diversi correnti. Dobbiamo fare attenzione alle semplificazioni. Esiste ancora una grande magistratura. Io ritengo che il 41 bis a Cospito sia stato sproporzionato. Non solo da un punto di vista umanitario ma anche giuridico – ha sottolineato ancora de Magistris – Cospito non ha 41 bis per la gambizzazione di Adinolfi. Lui è stato condannato per strage comune ma poi la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello, ritenendo che non fosse strage comune ma strage per finalità di attentato ad uno stato e a organi rilevanti della vita democratica del nostro Paese: reato per il quale, indipendentemente dal fatto che ci siano morti o feriti, è previsto l’ergastolo“.

Il 41 bis lo applicherei quando abbiamo un quadro particolarmente certo che ci troviamo di fronte ad organizzazioni terroristiche di tipo verticale. Questa vicenda ha fatto di Cospito non dico una sorta di martire ma quasi. Lo sciopero della fame non significa che abbia rinnegato la violenza – ha dichiarato l’ex sindaco di Napoli – Io credo che uno come me, vicino agli ultimi, ritenga che chi usi violenza danneggia chi lotta per un mondo più giusto. Io sono stato vittima di violenza istituzionale dello stato, ma la violenza è sempre violenza”.

In merito a come vanno letti gli attentati da parte degli anarchici. “Io sono molto preoccupato per le saldature. Siccome c’è una rabbia sociale forte, c’è un odio di classe. Non bisogna sottovalutare quello che sta succedendo, stiamo scivolando in clima di violenza che pensavamo di esserci lasciati alle spalle”.

Rischiamo un attentato? “Non si può escludere nulla. A me preoccupa la tensione sociale, economica, le disuguaglianze, gli effetti post pandemici, un governo di destra, manganelli e pietre, politica che non sa più ascoltare, governo inadeguato e opposizione inesistente. Tutto questo segna un momento pericoloso che non va sottovalutato”.

In merito ad un possibile passo indietro del governo. “Sul 41 bis c’è peso forte della magistratura, dipenderà molto dalla magistratura. Chi usa violenza quando accade tutto questo mette in pericolo la democrazia. Questa è un’opportunità per vedere chi sta dalla parte giusta, uno Stato forte deve dare garanzie anche a chi commette reati più gravi”.

Ma il 41 bis, esattamente, in cosa consiste? Lo introdusse la legge Gozzini del 1986 ma è nel 1992, all’indomani della strage di Capaci dove perse la vita il magistrato Giovanni Falcone, che il governo fece approvare un comma che allargava la possibilità dell’uso del “carcere duro” non solo alle situazioni di disordine e rivolta interna nelle carceri, ma a un arco più largo di figure criminali, avendo in particolare lo scopo di interrompere le comunicazioni tra i capi mafiosi detenuti e le loro cosche. In realtà, svariate forme di carcere duro assimiliabili alla tortura sono state praticate non solo per incoraggiare la delazione e stroncare psicologicamente l’individuo fra i detenuti politici (specialmente fra quelli di sinistra incriminati di azioni militari e/o terroristiche), ma anche per punire violentemente detenuti per reati semplici, assolutamente non paragonabili a quelli di un capoclan mafioso, come testimonia Sergio Scorza su Contropiano.

CiCre

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