Camorra, arrestati tre fratelli imprenditori: serate vip e movida di Posillipo

Gabriele, Giuseppe e Francesco Esposito accusati di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare le attività del clan Sarno. Sui social le foto nei locali alla moda con calciatori del Napoli, estranei all’indagine

Operazione della Dia di Napoli: in manette sono finiti i tre fratelli Gabriele, Giuseppe e Francesco Esposito, imprenditori di Posillipo accusati di trasferimento fraudolento di valori in particolare ad una persona considerata prestanome di un’agenzia di scommesse in piazza Mercato. Una quarta persona, Salvatore Maggio, è stata arrestata con l’accusa di estorsione e tentata estorsione. Il blitz è avvenuto in esecuzione di un ‘ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda. Secondo l’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice e dai pm De Falco, Parascandolo e Teresi, gli Esposito avrebbero intestato una serie di proprietà per non farle sequestrare a dei prestanome, con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare le attività del clan Sarno. Per gli inquirenti sarebbero vicini, anche per legami di parentela ai detenuti Bruno, Mario e Vincenzo Palazzo, quest’ultimo reggente del clan Sarno, che avrebbero sostenuto economicamente. in cambio avrebbero ricevuto protezione da richieste estorsive che provenivano da altri gruppi camorristici. Le intercettazioni ma anche collaboratori di giustizia riferiscono di assidue frequentazioni con boss come Ettore Bosti, esponente di vertice del clan Contini. Inoltre, Gabriele Esposito ha già riportato una condanna in primo grado, a sette anni di reclusione, per associazione mafiosa. Gli Esposito sono esercenti nel settore della distribuzione e commercializzazione di giocattoli e anche molto conosciuti negli ambienti della movida napoletana. Sui loro profili social compaiono diverse foto di cene e serate accanto a calciatori del Napoli, circostanza che comunque non è oggetto dell’indagine e non costituisce fatto illecito. Si tratta spesso di foto occasionali: a quanto risulta i calciatori non erano a conoscenza del coinvolgimento degli imprenditori nell’indagine sfociata nel loro arresto.

 

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