Governo, altolà di Grillo: “Conte non è una figurina da scambiare, ci ha ridato dignità”

Trattative per il nuovo esecutivo, il fondatore del M5S prova a blindare il premier dimissionario: “È il primo in tanti anni che nessuno riesce a deridere, qualsiasi cosa che preveda di scambiare lui sarebbe una disgrazia…”

Crisi di governo e trattative per il nuovo esecutivo: Beppe Grillo prova a blindare Giuseppe Conte. Con un post sul suo blog personale, dal titolo “Gli elevati”, il fondatore del M5S lancia un messaggio al Pd, che chiede “discontinuità” per un governo giallorosso. E non scarta neppure la Lega, la cui ombra resta sulle trattative per il nuovo esecutivo: Salvini, per far ripartire l’alleanza gialloverde, offre nientemeno che a Luigi Di Maio la poltrona di premier. Nella visione del leader leghista, per Conte ci sarebbe l’incarico di commissario Ue. Un modo prestigioso per liberarsi di un antagonista, in testa a tutti i sondaggi di popolarità. Ma Grillo lancia un altolà, anche ai suoi: Conte resta insostituibile per ogni governo a 5 stelle.

 

Il comico tesse elogi sperticati del professore, “giunto a noi dopo una serie di personcine davvero incredibili, come dimenticare le incredibili figuracce internazionali che ci hanno regalato?”. E via con l’anatema contro i predecessori.

“Dalla “culona inchiavabile” (presunta frase di Berlusconi su Merkel, ndr) – scrive Grillo – riservato all’omologa tedesca dell’ex badante di nipoti sino alla vergogna dell’asservimento assoluto, con o senza guasconaggine. Ricordate? Napolitano Bis fa quasi un colpo di stato per disarcionare l’homus olgettinus e lo cambia con il coperchio di una calcolatrice: lo psichiatrico sostituito con un fermacarte (Monti, ndr), così poco espressivo che la Bignardi ha dovuto mettergli un cane in braccio (un’idea dell’ex badante di nipoti…)”.

Si passa perciò a “Rigor Montis (il nomignolo affibbiato a Monti, ndr), per mettere a posto dei conti stravaganti e mezzi inventati, ha portato milioni di persone a stare davvero male, obbedendo come un contabile al padrone. Quindi arriva il nipote, Enrico, con l’esperienza politica da nipote di Gianni Letta: un po’ di nulla come pausa”. Immancabile e sferzante il ritratto di Renzi. “Poi…. il finto rottamatore, un guascone che – sostiene il comico – compare su tutte le reti in una svendita di ferrivecchi ripetendo “venghino siori venghino” salito su a furor di europee, mancette e menzogne: “il daspo ai corrotti! Il daspo ai corrotti!” Anche lui va a Bruxelles, sempre felice di rappresentare al meglio l’Italia, comportandosi come un moccioso sempre appiccicato al telefono, anche lui obbedisce: via i diritti dei lavoratori, dopo la disintegrazione dell’esistenza ai pensionandi del competentissimo predecessore. Un tradimento senza alcuna decenza della storia del suo partito, di quella del paese e dei suoi sistemi di equilibrio sociale. Un personaggio che scorre senza togliersi mai veramente dalle scatole che viene sostituito da un’altra pausa di nulla assoluto, difficile ricordarne il nome”.

 

Grillo chiede: “Come abbiamo potuto dimenticarci di gente del genere?”. Quindi, ripercorre le fasi successive alle elezioni del 4 marzo. “L’Italia vota ed il movimento vince, ma – ricorda – è costretto a cercare un’alleanza per evitare di rifare le elezioni dieci volte, anche grazie ad una legge elettorale fatta apposta e di fretta per renderci la vita difficile se avessimo vinto. Così il movimento sceglie di fare un contratto con la lega di Salvini, che in quel periodo era molto meno screditata del “partito democratico” oramai trasformato in un girone di filobanchieri dall’ex menomato morale di Firenze (sempre Renzi, ndr)”. Si arriva così al governo gialloverde.

“Presidente del Consiglio: Giuseppe Conte, il primo in tanti anni che – afferma il fondatore del movimento – nessuno riesce a deridere. In effetti non si lancia in strambe affermazioni, mostra e dimostra un profondo senso di rispetto per le istituzioni, insieme ad una chiara pacatezza ricca di emozioni normali, senza disturbi della personalità. La politica è mediazione o mediocrizzazione? E’ tenere il proprio punto o diventare camerieri alle cene della corte di Bruxelles? E’ parlare continuamente oppure quando serve?”. Grillo, però, si lascia andare ad uno sfogo.

“Sembra che nessuno voglia perdonare a Conte – sostiene – la sua levatura ed il fatto che ci abbia restituito una parte della dignità persa di fronte al mondo intero. Ha reso possibili delle riforme che questo paese aspettava dai tempi dell’Antica Roma. Ci ha ricordato il senso e l’importanza delle parole (quando hanno importanza e senso) e allora?”. E allora, arriva l’avvertimento.

“Se dimostreremo la capacità di perdonare le sue virtù – chiosa – sarà un passo in avanti per il paese, qualsiasi cosa che preveda di scambiare lui, come facesse parte di un mazzo di figurine del circo mediatico-politico, sarebbe una disgrazia. Ora ha pure un valore aggiunto… l’esperienza di avere governato questo strano paese… benvenuto tra gli Elevati”. Che nell’iconografia grillina, equivale a sedere al fianco di Beppe.

(Foto Luigi Di Maio/Instagram)

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