Aldo Manuzio, primo editore

 

Il padre dell’editoria 

In un mondo in cui il libro cartaceo rischia di essere messo all’angolo dall’ebook è bene ricordare Aldo Manuzio, editore ante litteram a cavallo tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo, il precursore dell’editoria contemporanea.

In un mondo in cui il libro cartaceo rischia di essere messo all’angolo dall’ebook, in cui voler lavorare nell’editoria non è un sogno ma un’utopia e in cui le case editrici indipendenti spuntano fuori come funghi incapaci di arrendersi ad un amaro destino, è bene ricordare Aldo Manuzio, editore ante litteram a cavallo tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo, il precursore dell’editoria contemporanea.

Manuzio nacque a Bassiano nel 1449 ma lavorò a Venezia come libraio e tipografo per quasi tutta la sua vita, stampando per lo più opere greche e dando prestigio al nostro paese.

Fare il mestiere dell’editore non vuol dire solo leggere e pubblicare dei testi, come si potrebbe romanticamente pensare; vuol dire, piuttosto, essere una figura poliedrica che si occupa dell’oggetto libro a trecentosessanta gradi (dal contenuto, alla copertina, all’impaginazione e via dicendo), un imprenditore a tutti gli effetti capace di entrare in quella giostra perennemente in movimento che è l’economia e portare con sè un prodotto che per la prima volta, grazie all’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, diventa alla portata di tutti.

Aldo Manuzio nello specifico, oltre ad essere il primo editore al mondo (Gutenberg non può essere definito tale), fu anche un innovatore straordinario: mise a punto tecniche, del tutto all’avanguardia per l’epoca, utilizzate ancora oggi nelle case editrici.

Basta dare un’occhiata ad una sola pagina aldina per notare il testo “giustificato”, il font corsivo (da lui battezzato italico), la numerazione fronte retro delle pagine, il copyright che gli permetteva di avere l’esclusiva sui testi da stampare, il logo identificativo (nel suo caso formato da un’ancora e da un delfino), il formato “in ottavo” molto simile alle nostre edizioni tascabili e soprattutto la codificazione dell’utilizzo della punteggiatura. Inizialmente utilizzava anche il cosiddetto “punto mobile” (un segno di interpunzione indicante una piccola pausa all’interno della frase) che a lungo andare è caduto in disuso.

Ulteriore invenzione fu il catalogo editoriale, una raccolta di tutte le opere da lui pubblicate, che punta l’attenzione sull’aspetto generale e complessivo del suo operato: il tomo diventa qualcosa di più di un oggetto unico, è parte di un tutto, diventa un libro nel libro, presentato e descritto in modo da essere appetibile agli occhi del pubblico.

Nonostante gli editori “veri e propri” così come li conosciamo oggi si formarono solo dopo la rivoluzione francese, Manuzio resta e resterà il padre dell’editoria in Italia e nel mondo.

 

Laura Andrea Parascandolo

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