“I giovani contestano burocrazia sindacale”. La base Cgil con de Magistris

 Andreozzi leader sindacale e capogruppo consiliare replica a Schiavella(Cgil)

I lavoratori di base della Cgil difendono il sindaco Luigi de Magistris e criticano le burocrazie locali e nazionali del principale sindacato nazionale. Una dura lotta politica nata dopo le dure contestazioni  a Susanna Camusso e Massimo D’Alema da parte di un gruppo di precari e studenti napoletani. Contestazioni che impedirono  alla leader sindacale e all’ex presidente del consiglio di partecipare come oratori ad un convegno sul socialismo e la precarietà.  Contestazioni mai condannate o criminalizzate dal primo cittadino di Napoli. A chi ha sollecitato una sua netta posizione, de Magistris ha replicato difendendo sostanzialmente i  giovani precari: “Quando vengo contestato non vado da mammina e non mi lamento. Invito Camusso e D’Alema a riflettere sulle cause delle contestazioni”.

L’invito non viene accolto bene dalla Cgil partenopea.

“Le dichiarazioni del sindaco De Magistris sono gravissime e sconcertanti” –  afferma il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella. “Gravissime – spiega Schiavella – perché è estremamente sbagliato derubricare quanto accaduto a mera contestazione. Chi come noi fa della rappresentanza sociale la sua missione è abituato ai confronti, alle contestazione e ai conflitti e mai ad essi si sottrae. Quello che è accaduto il 9 novembre alla Federico II non è grave per la contestazione, ma perché si è impedito un confronto, per di più in un luogo come l’Università Federico II che del confronto è un simbolo”.

Immediata la replica della base sindacale Cgil. Soprattutto da parte dei lavoratori e delle lavoratrici delle aziende partecipate che hanno conosciuto in questi anni pessime pratiche sindacali da parte dei territoriali dell’organizzazione.

Significativo l’intervento di Rosario Andrezzi, capogruppo consiliare di DeMa, lavoratore e militante sindacale in Napoli Servizi, azienda partecipata comunale, ex operaio edile, uno dei leader del movimento dei lavoratori Lsu negli anni ’80.

“Con calma, ma molta determinazione, vorrei dire a chi sostiene (come per esempio l’On.le Valeria Valente), che invece di preoccuparsi, se il Sindaco di Napoli esprime la sua solidarietà a D’Alema e Camusso, dovrebbe prestare più attenzione e preoccuparsi, molto, delle Leggi che ha contribuito ad approvare in Parlamento che hanno prodotto povertà, precarietà e diseguaglianza, facendo arretrare anni e anni di conquiste sociali – sottolinea Andreozzi – Il pareggio di bilancio nella Costituzione, il fiscal compact, il jobs act, la buona scuola, la riforma Fornero sono solo esempi e che dovrebbero portare a capire perchè una generazione condannata alla marginalità e al ricattto sociale contesta chi è stato classe dirigente senza produrre risultati. Alla mia organizzazione sindacale, la Cgil, che invoca la rappresentanza sociale come “missione” – continua Andreozzi – Consiglio di guardare con più attenzione ai suoi organismi dirigenti, nei quali spesso, proprio la rappresentanza sociale viene mortificata a vantaggio di burocrazie permanenti ed inamovibili, che non riescono ad avere quel sano rapporto con il mondo del lavoro e della sofferenza”.

Durissime le conclusioni di Andreozzi. “Non comprendere le ragioni delle contestazioni è proprio il frutto di una classe dirigente sindacale, incapace di dare continuità alla propria storia, di dare continuità alla formazione di quadri militanti capaci di connettersi con il corpo vivo dei territori e dei luoghi del conflitto sociale”.

La posizione di Andreozzi è condivisa dalla stragrande maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici delle aziende partecipate e dei dipendenti comunali. E non hanno tutti i torti.

Il segretario della Camera del lavoro Schiavella, non affronta le vere cause  della protesta dei giovani precari.  Neanche un minimo di autocritica sulla scarsa rappresentatività tra i giovani lavoratori, lo scarso radicamento nei quartieri popolari, nelle aree periferiche della Città, al scarsa rappresentatività in molte realtà sociali.

Schiavella non ha provato ad analizzare su quanto accaduto a Napoli e in Campania negli ultimi 20 anni, soprattutto durante la gestione di un gruppo dirigente marcatamente bassoliniano, scarsamente autonomo dalle amministrazioni comunali e regionali. Un gruppo dirigente che non ha fatto nulla per impedire l’assunzione di parenti in alcuni enti bilaterali del settore dell’edilizia o nelle aziende partecipate. Una parentopoli sindacale che ha favorito disoccupati con “santi in paradiso” alimentando diseguaglianze, ingiustizie, discriminazioni tra i giovani. Una situazione che ha alimentato scarsa credibilità, mancanza di affidabilità tra i ceti popolari.

                                                                                                                                       Ciro Crescentini

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