Matera, blitz carabinieri contro caporalato: braccianti agricoli a 3,5 euro l’ora

Indagati quattro imprenditori del litorale jonico lucano

Sfruttamento e povertà operaia. I carabinieri del comando provinciale di Matera e del comando Tutela lavoro hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dall’autorità giudiziaria nei confronti di 4 imprenditori agricoli indagati per caporalato (intermediazione illecita e sfruttamento di lavoratori) nei campi agricoli del litorale jonico-lucano. È di oltre 7 milioni di euro il volume d’affari stimato delle 5 aziende poste sotto sequestro nonchè di conti correnti, beni, terreni, fabbricati, mezzi ed attrezzature aziendali. I lavoratori, secondo quanto emerso dalle indagini contro il caporalato effettuate in provincia di Matera, erano principalmente rumeni e venivano reclutati all’estero tramite Facebook. Una volta giunti in Italia venivano privati dei documenti di riconoscimento e costretti, sotto minaccia e intimidazione, a lavorare in diversi fondi agricoli privati a Scanzano Jonico e Tursi. Le vittime venivano alloggiate in abitazioni a loro affittate forzatamente, il cui costo veniva automaticamente decurtato dal salario. I lavoratori venivano costretti a lavorare fino a 14 ore consecutive con un salario medio di 3,5 euro all’ora, con una sola pausa per il pranzo di mezz’ora e sotto continue minacce e intimidazioni. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera. L’operazione ha visto impegnati i carabinieri in diversi comuni della provincia di Matera, tra cui Scanzano Jonico e Tursi.  Le indagini, originate da una denuncia presentata nel maggio del 2018 alla compagnia carabinieri di Policoro da un cittadino rumeno per sfruttamento illecito del lavoro, sono state svolte dai carabinieri del Nucleo operativo di Policoro e del Nucleo ispettorato del lavoro di Matera e Potenza, e hanno portato a maggio 2018 al fermo di indiziato di delitto nei confronti 4 cittadini rumeni; a gennaio 2019 all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone, di cui 11 in carcere, una agli arresti domiciliari, 1 obbligo di dimora e 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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