Blitz contro il clan Mallardo, arresti e sequestri: presi la moglie del boss ed imprenditori

Sigilli a beni per un valore di 10 milioni di euro

Operazione anticamorra contro il clan Mallardo, egemone nell’area di Giugliano: sequestrati beni mobili e immobili, attività produttive e commerciali, per un valore di 10 milioni di euro. In manette, tra gli altri, anche Anna Aieta, moglie del capo clan Francesco Mallardo, ed il genero del boss Salvatore Lucente. Nella rete degli inquirenti affiliati ma anche imprenditori come Ciro De Fortis Nadi, storicamente attivo nella distribuzione del pane e accusato di essere un prestanome di Lucente, e Gaetano Esposito. Le accuse agli indagati sono associazione di tipo mafioso, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, attività finanziaria abusiva e illecito concorrenza, reati aggravati da metodi e finalità mafiose. Il blitz, coordinato dalla Dda di Napoli, vede in Squadra mobile, Centro operativo della Dia, Nucleo investigativo Carabinieri e Nucleo Pt della Guardia di finanza.

 

LA MOGLIE E IL GENERO “MOTORI DEL CLAN” – Anna Aieta, moglie del capoclan Francesco Mallardo, e Salvatore Lucente, genero dello stesso capoclan, erano “i veri motori della consorteria” secondo i pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Una ricostruzione accolta dal gip, che nell’ordinanza eseguita oggi ritiene Aieta e Lucente i principali interlocutori di Francesco Mallardo ed esecutori delle sue disposizioni. Decisioni rilevanti per la prosecuzione della vita del clan come la consegna degli “stipendi” agli affiliati. Ma moglie e genero del capoclan hanno mostrato “di possedere una propria autonoma sfera decisionale e una forte capacità organizzativa in relazione ai diversi settori di interesse del sodalizio”. In particolare, Anna Aieta in quello dell’esercizio abusivo del credito e Salvatore Lucente nel controllo della distribuzione del pane, nella gestione di supermercati e di rivendite di fuochi pirotecnici e di caseifici. Il settore della panificazione e dei supermercati è risultato essere “rilevante per il clan” sia per il riciclaggio di provviste di origine illecita, sia per la mimetizzazione dell’attività degli affiliati quali “meri operatori economici”.

 

L’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO CEMENTATA DA 3 MATRIMONI-  Le indagini hanno permesso di documentare i “proficui rapporti” tra il clan Mallardo e altri clan operanti nella zona settentrionale di Napoli e nella stessa città di Napoli: le tre sorelle Aieta hanno sposato rispettivamente Francesco Mallardo, capo del clan Mallardo, Eduardo Contini, capo del clan Contini, e Patrizio Bosti, capo del clan Bosti”. Una saldatura che conferma “l’attuale operatività della storica Alleanza di Secondigliano, raccordo – spiegala nota dei procuratori aggiunti Giuseppe Borrelli e Filippo Beatrice – che trova origine nei vincoli parentali stretti tra diverse famiglie camorristiche”.

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