Arzano: presunta aggressione immigrato, ancora in carcere i quattro accusati

Da tempo gli avvocati difensori chiedono ulteriori approfondimenti, ascoltare in primis il personale di servizio dell’ospedale

Ancora in carcere i quattro giovani, due di 18 anni, uno quasi 22enne e un 24enne, accusati di avere investito volontariamente lo scorso 21 gennaio ad Arzano, in provincia di Napoli, un immigrato di 29 anni della Costa D’Avorio, Oussele Gnegne, e di averlo poi picchiato procurandogli una frattura al braccio. Lo scorso giovedì il Gip del Tribunale di Napoli Nord ha rigettato l’ istanza di sostituzione  della misura cautelare presentata dagli avvocati difensori degli imputati. Una vicenda che andrebbe approfondita. In sede di denuncia ai carabinieri, il livoriano raccontò di essere rimasto vittima di una vera e propria “caccia all’uomo” da parte dei quattro aggressori, che lo investirono con la loro Smart mentre era in bici alle 4 del mattino del 21 gennaio; l’immigrato  si stava recando ad aprire la palestra dove lavora come dipendente addetto alle pulizie.  La vittima ha poi riferito che dopo essere stato investito fu pestato con calci, pugni ed un bastone. Gnegne riuscì però a chiamare i carabinieri che intervennero prontamente fermando i quattro.


Carla Maruzzelli(nella foto), legale di uno degli indagati, un giovane di origini tunisine ha rilasciato delle dichiarazioni molto significative.  “L’arresto del mio assistito insieme ad altri tre giovanissimi ragazzi (tutti incensurati ed ancora detenuti) ha destato molto scalpore, dalle notizie trapelate sui giornali  si è parlato di pestaggio, violenta aggressione, logica del branco – sottolinea l’avvocato Maruzzelli –   Dopo circa due mesi di indagine difensive e dalla attenta lettura degli atti appare doveroso che anche il punto di vista della difesa debba essere rappresentato, volto a sconfessare in primis tutto quanto è stato pubblicamente. Gli atti e i referti medici, in particolare, non registrano alcun tipo di lesione che possa far pensare a un pestaggio (ematomi,ecchimosi ferite lacerocontuse), il referto di pronto soccorso registra un  ingresso con codice bianco, non descrive, nel suo contenuto quanto è stato pubblicizzato – puntualizza l’avvocato –  La presunta vittima, la notte del 31 gennaio 2019 transitava controsenso per strada alle 4 di notte e i ragazzi ( tutti in carcere), vistala sbucare dal marciapiede- si ripete in controsenso- hanno subito operato una manovra proprio  per non investirlo. L’unico danno fisico riportato dalla presunta vittima è registrato  in referto è una  frattura minima all’ulna  braccio destro sicuramente riconducibile alla caduta dalla bici, come più volte rappresentato  dalla presunta vittima. Tutto quello che poi è stato descritto ( si ripete si è parlato di pestaggio brutale) non è mai stato registrato in Pronto soccorso, i referti parlano chiaro”. “Gira sul web un video in cui la presunta vittima parla, intervista rilasciata il giorno dopo e di può constatare che oltre al braccio ingessato sta benissimo non reca segni di un pestaggio – sottolinea ancora l’avvocato Maruzzelli –  Per la difesa si tratta di lesioni colpose che la presunta vittima ha riportato nella  caduta e nessuna altra aggressione  dopo è stata perpetrata. La presunta vittima parla di caccia all’uomo ma non si possono certo tenete in carcere 4 persone per una intenzione ( come emergerebbe dagli atti)  che poi non si è mai realizzata. Avrà avuto paura certo ma nessuno poi lo ha aggredito effettivamente- evidenzia l’avvocato Maruzzelli – La difesa più volte ha chiesto di chiarire di svolgere una ulteriore Consulenza tecnica d’ufficio, di ascoltare personale presente quella notte in Ospedale, la difesa lo sta chiedendo da tempo atteso che vi sono 4 detenuti ancora in carcere e la vicenda, secondo anche quanto dimostrato dal consulente nominato dalla scrivente,  appare connotata, sul profilo indiziario, non in modo chiaro e comunque non nei termini raccontati dai giornali allorché hanno pubblicato la notizia dell’arresto – conclude Maruzzelli –   Appare doveroso dire che il Tribunale del riesame ha confermato l’assunto  accusatorio (ricorso in cassazione dalle difese) ma appare doveroso anche riferire  che molti elementi nuovi sono stati successivamente chiariti dalla difesa che ha chiesto l’acquisizione della radiografia al braccio della presunta vittima che è stata effettuata in pronto soccorso la notte dell’evento e mai esaminata dal Ctu, consulente tecnico d’ufficio nominato dal Pm”. Le dichiarazioni, le posizioni degli avvocati difensori non andrebbero ignorate o banalizzate, così come andrebbero ascoltati i dipendenti del pronto soccorso in servizio il giorno della presunta aggressione. In carcere ci sono quattro giovani. E’ in gioco il loro futuro, la loro vita.

                                                                                                                               CiCre

 

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