Tav, Di Maio a Salvini: “Non decidi da solo, noi leali e seri: no a rinvii a lunedì”

Il vicepremier grillino a quello leghista, che rimanda a inizio settimana la discussione sul dissidio: “Chiedo lealtà, cosa sarebbe successo se avessi messo in discussione la legittima difesa e altri provvedimenti in quota Lega? In questo week end io lavoro”

Chiede lealtà e condivisione sul nodo Tav. Il vicepremier Luigi Di Maio si rivolge a Matteo Salvini, partner di governo in agitazione. “Il fatto che su due vice premier e un presidente del consiglio in due siano critici – spiega Di Maio in conferenza stampa a Palazzo Chigi – non può portare al fatto che siccome ad uno non va bene decide solo uno, perché non funziona così. Altrimenti nei prossimi mesi potremo avere seri problemi sulle altre analisi che andremo a fare”. Il capo politico del M5S chiarisce: “Qui è questione di accordo, neanche di prove di forza, che in alcuni consessi il Movimento cinque stelle potrebbe fare. Io sono leale al Contratto di governo e chiedo lealtà”. A Salvini che dice “Oggi nessun vertice. Ne parliamo lunedì” – giorno in cui Telt dovrebbe far partire i bandi per la Tav – Di Maio replica: “Ci vuole serietà. Lo dico agli elettori, cosa sarebbe successo se avessi messo in discussione la legittima difesa e altri provvedimenti in quota Lega? Vi sareste arrabbiati, per questo c’è disappunto tra di noi”. “Penso  – aggiunge -che la giornata di oggi debba essere una giornata in cui continuiamo a lavorare per la ridiscussione dell’opera nel pieno rispetto della posizione francese e per evitare di vincolare i soldi degli italiani lunedì ad un’opera che va ridiscussa. Quindi non mi si può dire ci rivediamo lunedì. Questo è un weekend che deve essere di lavoro”.

 

Di Maio rileva: “Non si può mettere a rischio un Governo per un punto che è all’interno del contratto di Governo. È un paradosso”. E insiste: “Noi abbiamo gli strumenti tecnici per non vincolare i soldi degli italiani. Mi interessa dare coerenza a quello che stiamo facendo, la ridiscussione dell’opera prevede un processo, ma io voglio la garanzia che mentre discutiamo di questo si faccia sul serio”. E il vicepremier grillino respinge le accuse di un “no ideologico” al Tav. “Su altre opere su cui l’anlisi costi-benefici ha detto che bisognava andare avanti – sostiene-, come il terzo valico e il Tap, non è che ho messo in discussione il metodo: l’ho condiviso e da capo politico mi sono preso le mie responsabilità. Lo dico perché non si può fare arbitro a partita finita, altrimenti mettiamo in discussione il responso ogni volta che non ci piace”. Per il Torino-Lione ci sono voluti “9 mesi perché è un’analisi complessa, che riguarda due paesi. Adesso deve iniziare l’interlocuzione con la Francia e la Ue per dare seguito a quel che contratto, ridiscutere integralmente il progetto. E qualsiasi proposta stia venendo da Lega si presuppone ci si sieda al tavolo non si delega a comunicata stampa e poi ci si rivede lunedì”.

 

 

SALVINI: “GOVERNO AVANTI, MA PARTANO I BANDI”. Nella partita Tav, Salvini dribbla le contraddizioni e prova a fare melina, rinviando la soluzione del nodo alla settimana prossima. Anche perché lunedì la società italo-francese Telt ha in programma il via ai bandi, e a quel punto fermare la Tav sarebbe difficile. “Non mi scandalizzo, ho sempre lavorato per riavvicinare le posizioni – dichiara il capo leghista a Rtl 102.5-, devono partire i bandi per la Tav, a me interessa quello“. Salvini dice sì alla tav, ma pure sì al governo. Come non sapesse che le due cose stanno finendo in collisione. “Questo governo andrà avanti – assicura-, sono contento di quanto ha fatto in questi nove mesi e ci sono ancora tante cose da fare”. E però “la Lega non firmerà nessun provvedimento per bloccare l’opera: bisogna scegliere, non si può sempre rimandare”. A chi gli fa notare come il contratto di governo contempli la revisione dell’opera, Salvini replica: “È giusta, si possono tagliare spese, strutture ma non si può fermarla e conto che il buon senso prevalga“.

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