Napoli, assessora Roberta Gaeta nell’occhio del ciclone

Pratiche inevase, servizi carenti,  disabili abbandonati nelle scuole e lavoratori licenziati

L’assessora alle politiche sociali del Comune di Napoli, Roberta Gaeta finisce ancora una volta nell’occhio del ciclone. L’esponente della giunta guidata dal sindaco Luigi de Magistris ha collezionato il record di contestazioni da parte dei lavoratori impegnati nel sociale e dagli utenti. Un assessore che continua a far perdere consensi e credibilità al primo cittadino.  Nelle ultime ore, è arrivata l’ennesima richiesta di dimissioni presentata dal consigliere comunale di maggioranza  Claudio Cecere che in lungo post su Facebook ha contestato  i ritardi accumulati dall’assessorato alle politiche sociali nella concessione degli assegni di cura destinati alle famiglie di persone con difficoltà neurologiche e psicomotorie. Una sola impiegata comunale è impegnata  a gestire  440 pratiche. Un ufficio che andrebbe riorganizzato, gestito efficacemente. Riorganizzazione che viene puntualmente rimandata. “Se la dottoressa Giulietta Chieffo non fosse stata messa fuori gioco per incompatibilità caratteriale o, se vogliamo, per ‘impossibilità a subordinarla, probabilmente la situazione sarebbe risolta da tempo – commenta la consigliera comunale Laura Bismuto  La nuova dirigente, dottoressa Ferone, è purtroppo stata sovraccaricata di servizi e dunque lavoro, senza averle offerto personale adeguato a sopperire le capacità e le competenze che prima si racchiudevano in un unica persona ovvero dirigente nonché direttore centrale che aveva, negli anni, acquisito competenze, abilità e memoria storica. Mi dispiace ritornare sempre sulla stessa questione, ma trovo veramente incomprensibile che in un momento storico come questo, in cui l’amministrazione vive un problema serio e difficilmente risolvibile come la carenza del personale che, è evidente, si ripercuote sulla vita dei cittadini, e tra essi dei più deboli, si fa fuori così una signora dirigente – conclude Bismuto –  È allucinante!

Emergono inettitudine e incapacità nella gestione di un assessorato comunale strategico per la nostra Città. Tanti gli effetti negativi. Tante le scelte sbagliate. L’assistenza scolastica degli studenti disabili della scuole materne e superiori è stata cancellata dall’assessore con un colpo di spugna. Oltre 100 operatrici ed operatori socio assistenziali licenziati e buttati sul lastrico. 300 ragazzi sono rimasti senza assistenza materiale. Clamoroso l’episodio accaduto nelle ultime ore alla scuola dell’infanzia “Minucci” di via Bernardo Cavallino, Rione Alto. Sara una bambina di  tre anni,  nata con una malformazione cerebrale che le ha portato l’emiparesi del lato sinistro con un lieve ritardo motorio e cognitivo,  non riesce ad andare in bagno da sola o a usare il vasino e così indossa il pannolino. I dirigenti scolastici non riescono a garantire a Sara, una operatrice sociale che possa prendersi cura di lei quando si sporca, con il risultato che la piccola resta bagnata per ore o viene cambiata dalla mamma, che deve lasciare il lavoro e correre a scuola. Un problema che si scontra con il diritto della piccola Sara di avere un’assistente materiale, mentre le è stato assegnato, dopo varie insistenze, un bidello maschio che però si rifiuta di eseguire il cambio per non incorrere in accuse di pedofilia. Ecco i risultati prodotti dalle scelte assunte dall’amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo che si erge a “laboratorio di rinnovamento e di trasformazione politica” ma nei fatti ha tagliato servizi sociali strategici, essenziali, vitali per la nostra Città. “L’assessore Gaeta  non ha voluto ascoltarci, prendere in considerazione le nostre proposte – evidenzia una operatrice – l’assistenza materiale scolastica per gli alunni disabili era un  servizio utile finalizzato in favore di soggetti deboli è stato smantellato. Abbiamo svolto con impegno e passione un’attività specialistica. L’assessore Gaeta ha avallato scelte scellerate ignorando la nostra comprovata esperienza pregressa durata per oltre sei anni”.

                                                                                               Ciro Crescentini

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