Movimenti contro privatizzazione acqua criticano il governo: “avallate le scelte del Pd”

Scendono in campo movimenti e comitati popolari

Il governo rischia di favorire, legittimare la privatizzazione dell’acqua nel meridione d’Italia avallando tutte le decisioni assunte in passato dai governi guidati dal partito democratico. L’articolo 24 del ‘decreto crescita’ prevede lo scioglimento dell’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia(Eipli) e il trasferimento di fonti e dighe ad una società per azioni che nel giro di pochi anni potrebbe essere controllata dalle multinazionali francesi. E’ in atto una grande battaglia politica e culturale nel Movimento 5 Stelle. E si mobilitano i movimenti e i comitati popolari.  La rete a difesa delle fonti d’acqua ha lanciato un appello al Presidente della Repubblica Mattarella, al presidente del Consiglio Conte, al presidente del Senato Alberti Casellati e al presidente della Camera Fico chiedendo di “fermare la gigantesca privatizzazione dell’acqua d’Europa, prevista dal cd decreto crescita, che viola il referendum 2011 per l’acqua pubblica“. All’appello, è scritto in una nota, aderiscono già numerose organizzazioni: Pax Christi, associazione Peppino Impastato, casa memoria Felicia e Peppino Impastato onlus, agende rosse Campania, Libera: nomi e numero contro le mafie (Campania), Tavola per la pace, fondazione Univerde, istituto Ispa, No eolico selvaggio (Bisaccia) coord. naz. No triv, No Tap (Brindisi), Stop biocidio, mobilitazione acqua Gran Sasso, ass.ne Radio aut per l’antimafia sociale, Napoli città di pace, Federconsumatori Campania, Medicina democratica Livorno e Val di Cecina, V.a.s. verdi ambiente e società (Napoli), rete campana per la Civiltà del sole e della biodiversità, Amd-associazione per il meridionalismo democratico, associazione Greenfeel, associazione Sud, Charta di Melfi, Autonomia meridionale ai movimenti politici meridionalisti, Cmi-confederazione movimenti identitari, Meridionalisti democratici. Tra i primi firmatari a titolo personale: Paolo Maddalena (vice presidente emerito della Corte costituzionale), Giovanni Impastato, Alfonso Pecoraro Scanio, Rosario Trefiletti. Il decreto crescita all’art. 24 “liquida l’Eipli (Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) e prevede la privatizzazione delle fonti che passano a una spa (società per azioni). “Il governo ha già consentito alle multinazionali francesi di mettere le mani su una parte delle fonti del Mezzogiorno– afferma Maurizio Montalto, portavoce nazionale della Rete a difesa delle fonti d’acqua del Mezzogiorno – e le tariffe sono aumentate in maniera spropositata, gli investimenti non ci sono stati e le reti sono un colabrodo”. “Gli appalti per la ristrutturazione dei grandi impianti interregionali del centro sud valgono miliardi – dichiara Montalto – la privatizzazione espone maggiormente agli appetiti della criminalità, che sta già sporcando il settore dell’acqua”. “Le fonti d’acqua di un’area vasta vanno gestite dal governo non da una spa – conclude Montalto – è una questione di sicurezza nazionale“.

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