Migranti, la macabra simbiosi tra Salvini, ong e mass media

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Il sistema mediatico dominante dimostra ogni giorno che si può mentire senza farlo esplicitamente, scegliendo i temi, gli eventi, la loro rilevanza, il modo di presentarli, ed attraverso omissioni. Quando si applica ad argomenti scottanti che toccano la sensitività collettiva, come le migrazioni, la menzogna può avere conseguenze significative. Il racconto mediatico di Trump e il suo progettato muro messicano, produce nell’immaginario collettivo una figura razzista di estrema destra. Al contrario, su Obama e Clinton si è diffusa un’immagine democratica e progressista. Tuttavia, se separiamo l’immagine dai fatti, ci accorgiamo che la verità è stata completamente stravolta. Ci accorgiamo che il muro messicano già esiste per i due terzi, costruito dai predecessori dell’attuale presidente degli Stati Uniti d’America, compresi i progressisti Clinton ed Obama. Ci accorgiamo che Obama deportò 2 milioni e 500 mila migranti, più di ogni altro presidente. Eppure, Obama vinse il permio Nobel, mentre Trump viene dipinto come una specie di bestia dei migranti. Il Partito Democratico, quello di Clinton ed Obama, attualmente maggioritario in Congresso, viene considerato come l’antidoto all’estremismo trumpiano. Si oppone alla costruzione del muro (dell’ultimo pezzo), ma non per le ragioni nobili che la gente crede. Lo fa per ragioni di costi. Considera più economico intensificare il pattugliamento aumentando la consistenza militare ai confini, e per questo sarebbe disposto a stanziare i fondi necessari. Il muro ungherese di Orban è considerato abominevole. Eppure, nella stessa Unione Europea esistono mura ben più vistose, costruite decenni or sono e attualmente pienamente operanti, mantenute da governi di ogni colore; quelle delle città spagnole di Ceuta e Mellila in territorio marocchino. Attorno alle due città sono state costruite altissime barriere metalliche parallele sormontate da filo spinato, per tener fuori i migranti. Tra le barriere una strada per le pattuglie militari e di polizia. Le barriere sono dotate di torrette, e di tecnologie avanzate. Un accordo con il Marocco prevede l’ausilio della polizia marocchina dall’altro lato, che in passato non ha esitato a sparare ai migranti che tentano di scavalcare. Sul pezzetto di mediterraneo dei barconi si accendono i riflettori mediatici con gran frastuono. Mentre i disperati veri, milioni di individui che marciscono nei campi profughi, sono completamente ignorati(nella foto campo profughi in Giordania).

Attualmente esiste ancora una sola ong che solca i mari libici: la Sea Watch 3. Nave tedesca che batte bandiera olandese, paesi che però si rifiutano di prendersi i migranti. La competenza SAR (Search and Rescue) è stata assegnata alla Libia dalle autorità internazionali. Quindi, significa che le stesse autorità ritengono la Libia paese idoneo. A questo proposito, il governo italiano ha fornito alla Libia motovedette e il personale di addestramento, con approvazione definitiva a grande maggioranza della Camera, soltanto 11 voti contrari e 1 astenuto. In Libia ora ci sono le Nazioni Unite e i suoi organismi che controllano alcuni centri accoglienza ufficiali, dove verrebbero portati i naufraghi – in alcuni centri, vengono espletate dalle Nazioni Unite le pratiche di richiesta di asilo e di assistenza finanziaria per gli eventuali rimpatri volontari. Il governo di Tripoli è riconosciuto dalle Nazioni UNite. Regola aurea della navigazione, che i lupi di mare conoscono benissimo, è quella, se possibile, di non allontanarsi troppo dalla terra ferma. Infatti, l’attraversata diretta di mari ed oceani è più rischiosa. Inoltre, non ci si dirige verso porti per i quali non si è ricevuto il permesso di attracco, attraversando il mare aperto, quando si può permanere al riparo dalle intemperie nel punto attuale costiero, o spostandosi lungo la costa (in questo caso le vicine coste africane, libiche, tunisine…).

Questa ong, invece, punta subito, sistematicamente, la prua verso la lontana Italia, attraversando il Mediterraneo. Praticamente, sta facendo da spola tra la Libia e l’Italia. È diventata una specie di imbarcazione di linea, per questioni che sembrano sfacciatamente di marketing, perché la diatriba con Salvini fa clamore mediatico. La macabra simbiosi trafficanti-ong-Salvini-media sembra produca: Pubblicità gratuita alla ong con possibile aumento delle donazioni (la stessa pubblicità a pagamento costerebbe cifre astronomiche);  Propaganda gratuita per Salvini, che si erge a cavaliere solitario nella difesa dei confini nazionali;  Affari d’oro per la criminalità organizzata africana e nostrana; Affari mediatici. Il clamore della diatriba produce audience, gli inserzionisti aumentano, per il beneficio di giornali ed emittenti (a questa affaristica commedia si aggiunge spesso e volentieri anche Saviano) Il mondo è pieno di punti critici, ma questa ong preferisce rimanere a ridosso delle coste Libiche a fare da punto d’appoggio ai trafficanti. Praticamente, sono naufragi programmati.

I migranti hanno un numero di telefono apposito della ong “Alarm Phone”, ricevuto prima di partire, che chiamano subito dopo la partenza. La collaborazione tra ong e trafficanti è implicita ma evidente; incentiva le partenze e quindi le morti in mare; ma incentiva anche la rotta libica, verso quel paese che le stesse ong poi definiscono con toni apocalittici. Se l’Olanda non vuole prendersi i migranti, potrebbe togliere il permesso d’uso della sua bandiera, come hanno fatto altri paesi per altre ong. Se la Libia non è porto sicuro, perché la comunità internazionale avrebbe assegnato il SAR (Search and Rescue) ai libici? Intanto, ogni volta il procuratore di Agrigento sistematicamente ordina il sequestro della Sea Watch 3 (per sospetto favoreggiamento di migrazione clandestina, così per legge i migranti devono sbarcare), per poi altrettanto sistematicamente dissequestrarla subito dopo e lasciarla riprendere indisturbata il ciclo di connivenza-simbiosi sopra descritta. È lo stesso procuratore che aveva chiesto il rinvio a giudizio di Salvini (tanta propaganda gratuita per entrambi, paladini delle due estreme ideologie). La distorsione mediatica ha un impatto significativo sull’opinione pubblica, e quindi sulla politica. I migranti vengono usati come veicolo di propaganda. Di tanto in tanto, ai margini, qualche voce si risveglia. “I migranti dei barconi non sono i poverissimi: la gran parte dei migranti provengono dalla “classe media” del continente africano… La maggioranza degli africani ha lo smart phone” – 13 maggio 2019 – Dataroom, Milena Gabanelli. L’informazione è diventata un prodotto prezioso, fondamentale. Per questo il gioco distorsivo del sistema mediatico dominante ha un impatto notevole sul sistema democratico. Unica garanzia è la diversificazione dell’informazione tramite il sistema digitale. Ed è anche per questo che i media tradizionali detestano i social network, spesso attaccandoli con voluta generalizzazione, accusandoli di diffondere fake news, mentre le loro bufale quotidiane, diffuse con sottigliezza mal celata, sono spacciate per verità.

                                                                                              Gerardo Ongaro

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