Festa della liberazione, Fico “oscura” de Magistris: “Il 25 aprile è di tutti”

Il presidente della Camera nella sua città per celebrare la ricorrenza: bacchetta Salvini e chiede risposte dure su Siri. Il sindaco vorrebbe dettare la linea: “Il M5S stacchi la spina al governo se vuole rappresentare ancora il cambiamento, e getti il contratto nella differenziata”

Il presidente della Camera è nella sua città e si prende la scena alla Festa della liberazione, “oscurando” Luigi de Magistris, tradizionale mattatore della giornata. Roberto Fico lancia un messaggio ecumenico: “Il 25 aprile è la festa di tutti, la festa dei valori della nostra Repubblica”. E quindi il sindaco di Napoli abbozza: “Con Fico ci sono sensibilità comuni ma storie politiche diverse”. E comunque, alla terza carica dello Stato consiglia: “Si stacchi dalla Lega”. Ma Fico indossa la grisaglia istituzionale, e non può fare proclami troppo laceranti. Si accontenta di essere il protagonista, e alla fine sventola la bandiera dell’Anpi, in piazza Carità. E prima la folla si mette a cantare “Bella Ciao”, quando depone la corona di fiori al monumento di Salvo D’Acquisto. La stessa scena si ripete al corteo diretto al Maschio Angioino: la banda musicale intona le note del canto partigiano, accompagnata dal coro spontaneo dei partecipanti. Il cortile del castello li accoglie a pugni chiusi. E Fico qualche stilettata se la concede, pur con tutto il sussiego presidenziale. Sul caso Siri usa parole felpate, ma coerenti alle richieste del M5S, in pressing per le dimissioni del sottosegretario leghista indagato. “I partiti quando accadono questioni di questo tipo – spiega-, devono assolutamente dare risposte dure, soprattutto se c’è in qualche modo odore di mafia. Fermo restando che si è innocenti fino a prova contraria. Non c’è nessun colpevole fin quando non c’è una condanna, però i partiti devono stare molto attenti e dare risposte dure”. A Salvini, oggi piombato a Corleone, non ha “nulla da rispondere”, se non “dire che la lotta alle mafie va fatta ogni giorno mentre il 25 aprile cade una volta l’anno”. Cosa pensi lui della ricorrenza, invece, è chiaro. “Il nostro pensiero oggi – dice Fico – va a tutti gli uomini e a tutte le donne che lottarono contro il nazifascismo. A loro va la nostra riconoscenza. Perché quella forza ideale e civile che animò la resistenza è stato il punto di inizio per costruire un futuro di convivenza pacifica”. E non manca di ricordare che “la mia città, come altre al sud e nel resto d’Italia, diede il suo prezioso contributo alla liberazione insorgendo contro l’occupazione con coraggio e con una forma di resistenza organizzata dal basso”. Il 25 aprile celebra “la conquista della libertà e della democrazia, traguardi mai scontati che vanno tutelati e valorizzati ogni giorno”.

 

È ingombrante la presenza di Fico, quindi de Magistris fa di necessità virtù. Ma non rinuncia a dettare condizioni. “La presenza del presidente della Camera – dichiara il sindaco – è importante per quello che Napoli nella storia ha rappresentato e per quello che anche adesso sta rappresentando, ma ci attendiamo che nelle prossime settimane si ponga fine a un Governo che non mette al centro i valori costituzionali viste le posizioni di alcuni suoi esponenti”. Difficile lo prendano in parola, anche se l’esecutivo è in fibrillazione per fatti suoi. De Magistris definisce “inquietante” l’indagine su Siri. E ai grillini – con cui un tempo viaggiava in parallelo – chiede quindi di far cadere il governo: “Se il M5S vuole rappresentare ancora quel vento di cambiamento deve staccare la firma da quel contratto e gettarlo nei contenitori della carta della raccolta differenziata”. Fico, però, è già lontano.

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