Universiade: Buonocore e Di Martire spingono la nazionale di Pallanuoro

Per i due atleti (Oro a Sicilia 1997) la squadra potrà trionfare a Napoli

La pallanuoto italiana maschile attende con ansia il via all’Universiade, per compiere un’altra impresa ed aumentare il numero di medaglie vinte nella categoria. Una vasca che è una miniera d’oro. Da decenni, con una vetrina luccicante, tra medaglie olimpiche, iridate, europee. E anche all’Universiade, con successo in tre occasioni, Zagabria 1987, Sicilia 1997, Pechino 2001. Un altro podio, come quello siciliano, 22 anni fa, nel decennio che ha piazzato le calotte italiane – con tanti napoletani in acqua – in vetta al mondo, grazie anche all’oro centrato dal Settebello ai Giochi olimpici di Barcellona 1992. “E cinque anni dopo si è vinto in Sicilia, dove c’era un atmosfera bellissima, poca pressione per i risultati sportivi, si è riusciti a cogliere la bellezza dell’evento, con la conoscenza di altre culture, altre consuetudini, da atleti di tutto il mondo – spiega Fabrizio Buonocore, 42 anni, ancora in vasca con lo Studio Senese Cesport (Serie A2), uno dei tre napoletani vincenti nella nazionale del 1997, con Fulvio Di Martire e Cristian Andrè – spesso cercavo di allontanarmi dalla mia stanza per conoscere campioni di altre discipline, ma Enzo, un maestro di pallanuoto e di vita, riusciva a pizzicarmi sempre”. Un’atmosfera, quella siciliana, che Fulvio Di Martire, che era il capitano della nazionale, non ha mai dimenticato: “A Palermo la piscina era stracolma a un’ora e mezza dalla finale con l’Ungheria. E poi ricordo ancora quel ragazzino che poco prima dell’inizio mi predisse un gol di testa in partita, qualcosa di incredibile perché poi è davvero accaduto. Dopo il trionfo l’ho cercato, senza più ritrovarlo. Emozioni uniche, sono sicuro che la nostra nazionale possa ripetere la nostra impresa”.

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