L’ex spiega gli attimi successivi al pareggio siglato su rigore al San Paolo: “Da anni non festeggio i gol alle mie ex squadre, ma sono contento comunque di farli. Non solo per colpa mia i rapporti con la tifoseria azzurra si sono deteriorati”
TORINO – L’uomo che non esulta per rispetto delle (tante) maglie da ex, scrive un lunghissimo post su Facebook. Per precisare: “Non ho chiesto scusa ai tifosi del Napoli per avere segnato il rigore: ci mancherebbe! Volevo soltanto dire: basta ostilità, finiamola una volta per tutte”. Sarà difficile che i tifosi del Napoli perdonino Fabio Quagliarella. E questo anche se ieri non ha festeggiato il momentaneo pari di Napoli-Torino. Non è una cosa fattibile: il napoletano-stabiese Quagliarella lasciò la casacca azzurra per indossare quella della Juventus, auto condannandosi alla fatwah perpetua. Per una legge non scritta che prescrive di considerare apostati tutti i giocatori del Napoli che accettano di indossare i colori bianconeri. E’ duro, è crudele, ma è così. Quagliarella è un ragazzo sveglio e lo sa. Inutile tergiversare. Eppure, lo scugnizzo di Castellammare ci prova a cambiare il corso della storia. E si complica la vita con una confessione social che è un capolavoro di equilibrismo, volto a spiegare quel gesto a mani giunte e testa china, molto gandhiano, visto dopo il gol dal dischetto. Una mossa che però non era un atto di contrizione dopo anni passati da bersaglio di fischi, “Se ho trasmesso queste sensazioni – dichiara – non solo me ne dispiaccio, ma chiedo scusa ai tifosi del Toro, perché io sono orgoglioso di indossare questa maglia e sarò eternamente grato al Torino perché dall’età di 14 anni mi ha fatto crescere sia come come uomo sia come calciatore. Da molti anni – spiega l’attaccante granata – non festeggio i gol alle mie ex squadre ma ovviamente sono contentissimo di farli”. Il preambolo serve ad approdare al cuore del problema: il rapporto con Napoli. “E’ la mia città. Non solo per colpa mia i rapporti con la tifoseria azzurra si sono deteriorati e questa ostilità la percepisco ogni volta che ritorno a casa. E’ frutto – prosegue Quagliarella – di malintesi, di incomprensioni. Di fronte ad un pubblico che per l’ennesima volta offendeva me e la mia famiglia – conclude il centravanti – dopo un gol che attendevo da tempo, l’adrenalina mi ha portato a compiere un gesto che evidentemente non è stato chiaro. Io non ho chiesto scusa ai tifosi del Napoli per aver segnato il rigore: assolutamente no, ci mancherebbe! In quel frangente volevo soltanto dire: basta ostilità, finiamola una volta per tutte, sono un professionista e in quanto tale faccio il mio dovere, ma contro di voi non ho nulla”. Parole che denotano sensibilità: ma non serviranno.
(Foto Fabio Quagliarella/Fb)