Napoli, la Procura indaga sulla trivellazione zona sismica Agnano Pozzuoli

La direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, Francesca Bianco: “in corso una crisi bradisismica, le perforazioni in quella zona non sono opportune”

La sezione ambiente della Procura della Repubblica di Napoli ha aperto un fascicolo d’indagine sulle perforazioni nella zona di Agnano, nel comune di Pozzuoli, al confine con Napoli, praticate nell’ambito di un progetto di ricerca che sta suscitando preoccupazione tra i cittadini flegrei a causa dell’ingente quantità di vapori, gas e fumi che si stanno sprigionando. Gli inquirenti avrebbero l’intenzione di delegare le indagini a specifico personale dell’Arpac (l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania) e ai funzionari dell’Osservatorio Vesuviano (che figura tra le varie anime del progetto di ricerca e che al momento non ha ancora ricevuto comunicazione) i quali dovranno successivamente relazionare i pm titolari del fascicolo sulle risultanze delle loro attività. Le perforazioni sono state praticate nell’ambito di un progetto di ricerca al quale stanno prendendo parte l’Osservatorio Vesuviano, Università Federico II, Università Vanvitelli, Università del Sannio, il Cnr. “Uno degli obiettivi del progetto prevede la perforazione di un pozzo nell’area flegrea, di bassa profondità, – spiega la direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, dottoressa Francesca Bianco dove installare un prototipo di centrale geotermica di piccole dimensioni per testare la possibilità di sfruttare il calore presente nell’area per generare energia, senza, secondo quanto mi è stato riferito, l’iniezione di fluidi”. Per la dottoressa Bianco, in considerazione dell’attuale livello di allerta che c’è nell’area flegrea, “è in corso una crisi bradisismica”, “le perforazioni in quella zona non sono opportune e comunque dovrebbero essere precedute da un’attività di educazione della popolazione che deve essere preventivamente informata di quello che si sta facendo”. La presidente dell’Osservatorio Vesuviano, sottolinea che si tratta “di una questione di opportunità e non di rischi: è legittimo che la cittadinanza di preoccupi se vede fuoriuscire dalla zona una fumarola di gas idrotermali alta 50 metri. E’ comprensibile la reazione della popolazione della zona che, ripeto, va informata”.

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