Campania: ospedali nel degrado, carenza di personale, diritto alla salute a rischio

Occorrono almeno 5 mila operatori e medici sanitari

Gli ospedali di Napoli e della Campania sono  da anni nell’occhio del ciclone per i disagi e i disservizi. Effetti dirompenti e negativi che si riflettono sugli utenti.  Uno dei primi problemi sembra essere senza dubbio la carenza di personale. La mancanza del personale è la principale causa del peggioramento delle condizioni lavorative dei sanitari, condizioni  sempre più critiche, costretti  a turni massacranti e sempre più demansionati. Se un infermiere va in pensione, il suo posto resta vuoto e il suo lavoro suddiviso tra chi rimane.

“Nell’arco di sette anni i dipendenti degli ospedali e delle strutture sanitarie della Campania si sono ridotti di 16 mila unità” – sottolineano i vertici campani e napoletani della Cgil Funzione Pubblica.

Gli organici degli ospedali della Campania sono carenti da almeno quindici anni. Occorrono almeno 5 mila operatori e medici sanitari, mentre 3 mila precari assunti senza concorso, tramite cooperative e agenzie interinali ed operanti nei servizi di emergenza, urgenza e assistenza diretta rischiano di ritrovarsi senza lavoro per la mancata proroga dei contratti in scadenza.

Le strutture sanitarie versano nel degrado. Carente la centrale operativa del 118. Le ambulanze a disposizione sono solo 19 e dovrebbero garantire 62 mila interventi l’anno. Senza contare che mancano barelle, radiotrasmittenti e un sistema informatico adeguato. Inevitabili le conseguenze per i malati. E a quanto pare saranno tagliate le unità di oncologia degli ospedali. Infatti, se non si sostituiranno i primari oncologi che andranno in pensione, entro 2 anni il 20-30% dei reparti di oncologia degli ospedali campani sarà senza primario e accorpato a reparti di medicina generale. Drammatica la situazione nel capoluogo campano.

Dal Cardarelli al Don Bosco, passando per i Pellegrini e il Loreto Mare e fino al San Paolo, dove sono ancora operativi i reparti d’urgenza e prima assistenza, il personale sanitario è stato costretto a fare i salti mortali. La mancanza di personale, il blocco delle assunzioni hanno determinato un forte aumento degli straordinari che pesano sulle casse delle aziende sanitarie, la riduzione del 50 per cento delle attività delle camere operatorie, la riduzione drastica degli interventi e il blocco dei ricoveri.

Il degrado organizzativo in cui versa la sanità in Campania è il prodotto delle politiche di austerità e di tagli che stanno negando il diritto alla salute ai cittadini e il diritto a un lavoro dignitoso ai professionisti della sanità.

                                                                                                                                   Ciro Crescentini

 

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