49 migranti: il ricatto di Malta

L’esecutivo di La Valletta chiede all’Unione Europea di  ricollocare  250 persone presenti sull’Isola

Non vogliamo più stare qui in mezzo alle tempeste, per favore. Ci fa stare male, a tutti e 32, in una sola stanza della barca, come animali, questo non è giusto. Ci sono donne e bambini, e siamo tutti spaventati, vogliamo solo essere al sicuro“: questo l’appello lanciato ai microfoni del Times of Malta da un richiedente asilo nigeriano, Diamond, presente a bordo della nave dell’ong tedesca Sea Watch, bloccata da 19 giorni in mare dopo aver tratto in salvo i 32 immigranti al largo della Libia. Altri 17 migranti, soccorsi il 29 dicembre scorso, sono a bordo di un’altra nave dell’ong tedesca Sea-eye. “Non sappiamo cosa ne sarà di noi – ha detto un altro migrante nigeriano, Austin, a bordo della Sea Watch – noi vogliamo solo un porto sicuro così da essere al riparo e non più in mare. Per favore governi europei, non lasciateci qui”.

Le due navi sono state autorizzate il 2 gennaio scorso ad entrare nelle acque territoriali maltesi a causa delle cattive condizioni meteo. Da allora sono in corso trattative tra i paesi europei per lo sbarco e il ricollocamento dei 49 migranti. Una soluzione sarebbe stata individuata:  Germania, Francia, Olanda, Lussemburgo, Portogallo e Italia hanno dato la propria disponibilità ad accogliere i 49 migranti  ma il governo di Malta continua a frapporre  ostacoli. “Lo sbarco dei 49 migranti, sarà permesso solo dopo che “un numero sufficiente di Paesi delle Ue avranno offerto la loro accoglienza, non prima”. E’ quanto ribadiscono le fonti del governo di La Valletta. Le autorità maltesi hanno chiesto a Bruxelles di provvedere alla ricollocazione di 250 immigranti, già presenti sull’isola. Solo in un secondo momento sarà consentito l’attracco delle navi.

Malta è anche partita una campagna sui social con gli hashtag #LetThemIn e #DontLetThemDrown – Lasciamoli entrare e Non lasciamoli affogare.

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