Parole d’autore – Quando Pino cantava “Che soddisfazione vivere in questa società”

Il brano tratto dall’album “Un uomo in blues”. L’ironia e la leggerezza, con il peso del reale e del quotidiano in tre minuti e dodici di sano blues

La nuova rubrica “Parole d’autore” ha come fine quello di guardare a questa realtà tramite le parole, i testi, le poesie, i libri, che hanno fatto la storia, in grande o in minima parte, e che in due minuti, una settimana, o un giorno, creano quegli attimi di sospensione, di dimentico, di quei sorrisi improvvisi che possono, e che giusto che debbano, contornare la propria giornata. Dopotutto “le parole sono importanti”.

Si inizia con il grande Pino Daniele e il suo brano “Che soddisfazione”, tratto dall’album “Un uomo in blues”, annata 1991. L’ironia e la leggerezza, con il peso del reale e del quotidiano in tre minuti e dodici di sano blues e buona musica. È l’inizio degli anni novanta, la vita facile sembra quasi a portata di mano con cambiali e leasing “tanto è facile pagare con un leasing o con una cambiale”, il sogno del decennio appena passato che si avvera, tant’è che il nostro Pino, con lucida analisi, è già pronto a chiedersi  “Quanto costa la felicità?”; conseguente a questo status di “soddisfazione” derivante, esclusivamente, dal riuscire ad ottenere, all’avere. Un sempiterno presente, in pratica, dove “soddisfazione” e la roba giungono di pari passo a regalarci, con dissimulazione o verità, il senso dell’essere felice. “O mamma mia/ho speso una follia/volevo un mercedes bianco/lo stereo e il servosterzo/che sballo/per portarti a Mergellina la domenica mattina” o ancora “O mamma mia/facciamo una pazzia/andiamo giù a Sorrento a passeggiare/compriamo un appartamento sul mare/ dove ti potrò baciare nel traffico di Castellammare.  Ad incorniciare il tutto, dunque, l’amore, nel senso più napoletano del termine, che tutto rende relativo, di sottordine, dove basta un bacio nel “traffico di Castellamare”, oh yeah.

In fin dei conti l’importante è viverla e in fin dei conti la vera soddisfazione risiede in quel bacio a Castellammare, o forse nel riuscire ad ottenere qualcosa, sia il mercedes bianco o il televisore gigante frutto comunque di lavoro e sudore, questo poi è di singolare interpretazione.

Resta il punto della leggerezza, però, che in tempi del compro, del guadagno, del vendo, del faccio, è quasi lasciata a prendere polvere più delle palline di natale negli scatoloni. “Quanto costa la felicità?”

 

Vincenzo Perfetti

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