
Riceviamo e pubblichiamo integralmente
Dagli organi di stampa abbiamo appreso circa un mese fa che nel corso di una seduta del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli e dopo una nota dell’Agenzia delle Entrate si sarebbe scoperto un buco di circa due milioni di euro nel bilancio dell’Ordine. Si tratterebbe di mancati versamenti di contributi, di oneri fiscali e previdenziali.
E mentre si parla di danno all’immagine dell’avvocatura inferto da un dipendente “infedele” e di un bilancio del cui andamento nessuno sembra fosse a conoscenza, si preparano allegramente le liste dei 25 candidati che si presenteranno per il rinnovo del prossimo Consiglio e che resteranno in carica per il quadriennio 2023-2026. Le elezioni si svolgeranno dal 30 gennaio al 4 febbraio.
Ora, parlare di rinnovo è un eufemismo se si pensi che ripresentano la propria candidatura quasi tutti i consiglieri e le consigliere uscenti.
Viene da chiedersi come mai di fronte ad un evento così sconcertante non si siano dimessi in blocco?
E perché non si è svolta un’assemblea in cui spiegare e raccontare alla classe forense come sia potuto accadere un fatto così grave su cui sta svolgendo le indagini il pool dei reati contro la pubblica amministrazione?
Intanto la campagna elettorale va avanti tra feste, balli e aperitivi organizzati dai candidati, alcuni dei quali famosi per essere famosi, e dimentichi del buco al bilancio. Circolano santini con le foto dei futuri rappresentanti del Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Alcune da vera e propria televendita.
Forse la pratica per loro è già archiviata. Ma non lo è per l’associazione Orgoglio forense cui la stampa non dedica neppure un rigo. La Presidente avv. Donatella Giardino, anch’essa candidata alle prossime elezioni forensi, ha più volte presentato con i suoi associati richiesta di assemblea ma non ha ricevuto risposta; così come già negli anni scorsi aveva più volte chiesto – invano – al Consiglio delucidazioni in ordine ad alcune voci del bilancio come ad esempio : “Spese per l’immagine dell’avvocatura”, costi fin troppo esosi ed inspiegabili.
Indubbiamente, l’orgoglio forense in questo momento storico non sarà in cima ai pensieri degli avvocati. Ma un fatto è certo che non si è dato il giusto spazio ad una vicenda che presenta molti lati oscuri su cui la Magistratura inquirente farà certamente indagini a 360 gradi a partire dal mancato versamento delle quote di iscrizione tollerato – in molti casi – per quasi un decennio.
Giuliana Quattromini