La nota del sindaco al ministro: “Si stima la perdita di 20.000 giornate lavorative, conseguenze sui livelli occupazionali”

NAPOLI – “Le chiedo un Suo intervento affinché possa essere riesaminata la delicata e, ripeto, drammatica, questione attraverso una nuova e diversa valutazione – anche sotto il profilo artistico, gestionale, organizzativo e, soprattutto, storico – delle istanze delle imprese di spettacolo che sono state escluse, perché Napoli è il teatro.” Con questo appello si chiude la nota che il sindaco de Magistris invia a Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, lanciando l’allarme tagli al settore teatrale napoletano, a conclusione dell’esame delle richieste di contributo da parte del Mibact. Su questo tema de Magistris e l’assessore Nino Daniele si erano anche incontrati con Gianni Pinto di Artec – Associazione attività teatrale regionale dell’Agis.

“A tal proposito – scrive il sindaco – devo, purtroppo, constatare che, ancora una volta, Napoli ha dovuto subire altri duri tagli e dolorose esclusioni. Avevo manifestato la mia soddisfazione per il giusto riconoscimento di Teatro Nazionale allo Stabile “Mercadante – San Ferdinando” che costituisce un’importante vittoria per la nostra Città che vanta antiche e nobili tradizioni nel settore del teatro di prosa e del lirico. Osservo, però, che – prosegue – paradossalmente, tale riconoscimento potrebbe penalizzare l’insieme del tessuto teatrale che, come accennavo in precedenza, non ha eguali nella storia del nostro Paese. Ciò perché, ribadisco, il numero delle attività produttive e della sale in attività a Napoli è molto fitto, così come risulta essere corposo l’elenco degli esclusi dai finanziamenti”.

De Magistris elenca i casi del Teatro Bellini, declassato, e di altre esperienze culturali come quella di Enzo Moscato, de “le nuvole”, della Sala Assoli, di Galleria Toledo che non sono riuscite ad ottenere lo status di Teatro Stabile di Innovazione. Si aggiungono, teatri come l’Augusteo – non ammesso – il Cilea, il Totò, il Sannazaro che, nonostante operino da decenni, con successo di pubblico e di critica per le loro produzioni, non ricevono, ugualmente, alcun riconoscimento. Il cahier de doléances si chiude con altre realtà quali l’Elicantropo ed Icra Projet, esclusi da una commissione consultiva della prosa.

Il sindaco paventa ricadute sui livelli occupazionali. “Si stima , infatti – afferma de Magistris – che ci sarà una perdita immediata di ben 20.000 giornate lavorative che continuerà nei prossimi due anni. Le imprese di spettacolo – alle quali sono stati tolti 550 mila euro che, poi, sarebbero ritornati allo Stato come contributi assistenziali – non saranno in grado di sostenere questo autentico collasso. Ciò anche in considerazione del fatto che il mancato sostegno arriva in piena estate, a stagione ormai svolta al 70%, con i relativi impegni economici già, di fatto, assunti”. “Le conseguenze – per le strutture non ammesse – avrebbero  – aggiunge il primo cittadino – una ricaduta drammatica per Napoli, Città ricca di cultura teatrale, ma economicamente fragilissima. Esse potrebbero soffocare e, in parte, cancellare un importante e fondamentale tessuto culturale che rappresenta una forte ricchezza ed un’affermata realtà del nostro territorio”.

(Foto Teatro Augusteo/Fb)

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