Santobono-Pausillipon, le mani della camorra sugli appalti: 12 arresti

Indagati elementi di spicco del clan Lo Russo assieme a funzionari e dipendenti dell’azienda ospedaliera

Gli appalti al centro dell’indagine sono quelli del settore pulizie. Operazione della squadra mobile di Napoli, coordinata dalla Dda partenopea: eseguite 12 misure cautelar che riguardano esponenti di spicco del clan Lo Russo, i amministratori e consulenti di una società, la Kuadra, con sedi a Napoli, Roma e Genova, e funzionari e dipendenti dell’azienda ospedaliera Santobono-Pausillipon. Contestati agli indagati episodi di corruzione e turbativa nella libertà d’incanti: secondo gli inquirenti i funzionari del Santobono avrebbero favorito la Kuadra in cambio di mazzette, il tutto con l’interesse occulto della cosca. Disposto il sequestro preventivo della società e di altri beni immobili e mobili.

 

L’INDAGINE: LE ACCUSE DEI PENTITI DEI CAPITONI – L’inchiesta ruota attorno ai rapporti tra Kuadra, una spa che fa capo a imprenditori napoletani, ma anche a esponenti di primo piano del clan Lo Russo. Le accuse contestate a vario titolo ai 12 indagati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al concorso esterno in associazione di stampo mafioso, corruzione, turbata libertà degli incanti, detenzione di ingenti quantitativi di droga a tentata estorsione. Alle indagini hanno contribuito anche le dichiarazioni di pentiti della cosca detta dei Capitoni, egemone nel quartiere Miano e con forti ramificazioni nel centro storico, ma indebolita dalla guerra con i rivali e dalla defezione dei capi che hanno saltato il fosso. Dopo il recente arresto del reggente Carlo Lo Russo, l’inchiesta delle Dda napoletana aggredisce gli interessi economici del clan. Il procuratore aggiunto Filippo Beatrice scrive in una nota che, grazie all’appoggio della camorra, Kuadra condizionava il mercato e gestiva i lavoratori, in molti casi familiari dei Lo Russo o persone da loro imposte. “I parenti del boss percepivano stipendi pur non lavorando, e la società, in cambio di una facilitazione nell’ottenere appalti, versava 40mila euro al mese alla cosca. I Lo Russo – si legge – intervenivano anche direttamente con i metodi tipici della camorra per dirimere vertenze sindacali o nell’acquisizione degli appalti. Kuadra, grazie al mix di interessi fra imprenditori e clan, acquisiva appalti dalle pubbliche amministrazioni, in particolare da aziende ospedaliere di rilievo nazionale, potendo anche contare su funzionari corrotti all’interno di queste”. E’ il caso dell’azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon, dove l’affidamento triennale dei servizi di pulizia sarebbe stato ottenuto da Kuadra spa grazie a informazioni riservate, illegalmente rivelate, e la sostituzione delle buste con le offerte depositate di altre società. I funzionari pubblici in cambio avrebbero ricevuto regali e denaro. Kuadra, afferma la Dda, serve al clan come portafoglio e strumento per investire i guadagni dei traffici illeciti della cosca.

 

TUTTI GLI INDAGATI – L’ordinanza in carcere è stata eseguita nei confronti di Giulio De Angioletti, Antonio Festa, Giuseppe Lo Russo, Mario Lo Russo, Vincenzo Lo Russo e Francesco Orru, persone ritenute appartenenti o vicine al clan Lo Russo, accusate, tra l’altro di associazione camorristica. In carcere anche  l’imprenditore Riccardo Lama per il quale il gip ha escluso l’accusa originaria di concorso esterno e l’aggravante della finalità mafiosa in relazione a due episodi di corruzione. Arresti domiciliari con l’accusa di corruzione sono stati disposti per Giuseppe Ariello, Pasquale Laudano, Luigi Solitario, consulenti della Kuadra spa, Salvatore Quagliariello, direttore tecnico dell’Azienda ospedaliera Santobono, Gaetano Russo, funzionario amministrativo dell’azienda ospedaliera.

 

IL SEQUESTRO DEI BENI – Nell’ambito dell’operazione è stato eseguito un sequestro preventivo del complesso aziendale, delle quote e del patrimonio della società Kuadra spa, con sedi a Napoli, Roma e Genova, specializzata nel settore delle pulizie, con numerosi e importanti clienti pubblici e privati su tutto il territorio nazionale. Il gip, nel disporre il provvedimento, ha nominato contestualmente due amministratori giudiziari.

 

IL SANTOBONO: “SIAMO PARTE OFFESA, KUADRA NON HA VINTO GARE” – La direzione dell’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon in una nota firmata dal direttore generale, Anna Maria Minicucci, afferma che ”la ditta Kuadra non ha mai vinto alcuna gara bandita da questa Azienda per l’affidamento di servizi di pulizia. L’unico rapporto è intercorso con la Ditta Kuadra a seguito dell’annessione del Presidio SS. Annunziata dall’ASL Napoli 1 Centro”. Dopo l’unificazione “l’AORN Santobono-Pausilipon – spiega la nota – è subentrata in tutti i preesistenti appalti aggiudicati dall’ASL Napoli 1 Centro, ivi compreso quello affidato alla Ditta Kuadra. Tale servizio presso il Presidio SS. Annunziata si è svolto dall’1 luglio 2011 – data di annessione dell’Ospedale – al 31 agosto 2014”. L’Amministrazione, ”in attesa di acquisire ulteriori elementi nei confronti dei due funzionari coinvolti”, ha ”già attivato le procedure per la sospensione cautelare dal servizio dei dipendenti”. E’ stato dato mandato agli avvocati ”di costituirsi per l’Azienda come parte offesa nel procedimento penale a carico dei due dipendenti”.

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