Renzi attacca de Magistris: “Mani sulla città? Non interverrei se in 5 anni le avesse messe lui”

L’affondo durante la direzione del Pd: “Bagnoli  è una realtà che grida vendetta al cospetto del mondo intero”

E’ solo l’ultimo, ennesimo capitolo di un duello infinito, che dai confini napoletani sta tracimando in quelli della politica nazionale. Stavolta è Renzi a partire con un affondo contro de Magistris, che aveva parlato di “mani sulla città” per il commissariamento di Bagnoli, evocando il celebre film di Rosi su politica e malaffare. Un attacco alla vigilia dell’arrivo del premier a Napoli. “Bagnoli  – dice Renzi durante la direzione del Pd – è una realtà che grida vendetta al cospetto del mondo intero: mercoledì andiamo alla cabina di regia a Napoli. De Magistris dice che mettiamo le mani nella sua città Le avesse messe lui le mani in 5 anni, non avremmo avuto bisogno di far niente”. A stretto giro arriva la replica del sindaco, interpellato dall’Ansa. “Chiedo un incontro al Presidente del Consiglio ma  – dichiara de Magistris – non entro in un luogo nel quale si sta consumando un’operazione assolutamente torbida dalla quale voglio stare distante e staro’ sempre distante, che è la cabina di regia”.

 

Il primo cittadino conferma che il Comune diserterà la riunione in prefettura. “Prendo atto – spiega de Magistris – che in piena campagna elettorale il Presidente del Consiglio si assume la responsabilità politica della cabina di regia. Alla luce anche di quello che è accaduto in Basilicata e alla luce di quello che ho detto durante l’iter che ha portato al decreto legge Sblocca Italia, di cui mi assumo personalmente la responsabilità politica, istituzionale e giuridica: l’articolo 33 sblocca Italia-Bagnoli è un corpo di reato, io non posso impegnare la mia persona, per la coerenza tra quello che ho rappresentato nella magistratura e oggi come sindaco di Napoli, impegnare l’amministrazione che ho l’onore e l’onere di guidare, a entrare in un luogo in cui tutto c’è tranne la trasparenza e in cui il Presidente del Consiglio è il principale responsabile politico di quella cabina di regia”.

 

Per de Magistris, quell’articolo del provvedimento è “una delle più grandi operazioni di opacità istituzionale consumata attraverso leggi ordinarie. La parte piu’ inquietante era l’individuazione dei soggetti privati beneficiari attraverso una procedura non di evidenza pubblica. Il 3 dicembre 2013, ed è – ricorda il sindaco – un precedente nella storia del nostro paese, abbiamo fatto un’ordinanza con la quale abbiamo intimato a chi aveva inquinato, negli anni precedenti la nostra amministrazione, di pagare, di risarcire. Quell’ordinanza è stata confermata fino in Consiglio di Stato. Come soggetti inquinanti sono stati individuati la Fintecna, società per azioni, che è una società finanziaria detenuta al 100% da Cassa Depositi e Prestiti, e poi Cementir, che è un noto gruppo di costruttori di livello nazionale”. “Siamo arrivati alla firma del protocollo ad agosto 2014 – aggiunge de Magistris – con il quale il Presidente del Consiglio si impegnava a bonificare e noi a fare il nostro piano. Noi il nostro piano lo abbiamo fatto. Il Presidente del Consiglio non inizia la bonifica con i poteri ordinari. Fa il decreto legge Sblocca Italia, con l’art.33. Io in quei giorni chiamai il Governo e dissi: ‘cosa e’ cambiato? Quale è la novità perché passiate dalla firma del protocollo che prevedeva procedure ordinarie, anche semplificate attraverso l’accordo di programma, e invece commissariate e fate l’art. 33?”. L’nterlocutore del sindaco era l’allora sottosegretario Delrio “con il quale – dice de Magistris – avevamo discusso, con un rapporto importante, efficace, di grande rispetto istituzionale”. Delrio “mi rispose: la questione è stata presa in carico direttamente dal Presidente del Consiglio”.

(Foto unita.tv)

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