Lo schiaffo di Frosinone: Napoli contestato, tifosi rifiutano la maglia di Callejon

A fine gara protesta nonostante il successo, pesa l’annata senza trofei: “Meritiamo di più”. Allo spagnolo tirato indietro l’omaggio ai supporter. Il gesto viene criticato da molti fan azzurri sui social, che si dissociano. Ancelotti: “Giocatori molto dispiaciuti, so il loro impegno”

Non è lo “schiaffo di Anagni”, passato alla storia per la vittima, papa Bonifacio VIII. Ma la vicina Frosinone scrive una brutta pagina nell’album del Napoli. A pagare per tutti è José María Callejón, uno dei calciatori più amati, oggi alla 300esima in azzurro. A fine gara, forti del rotondo successo (2-0), i giocatori del Napoli vanno sotto il settore ospiti, per salutare i tifosi. Callejon si toglie la maglia e la lancia tra i supporter. Un omaggio rituale, nei giorni lieti. Ma qui accade qualcosa di anomalo: il regalo viene subito respinto al mittente. I calciatori non si erano forse resi conto della protesta, scatenata dalla delusione per un’annata senza trofei. Il coro ormai è noto: “Meritiamo di più”. Una contestazione, a prescindere dal risultato, segnata dagli striscioni comparsi ieri in città. Scritte che prendono di mira Ancelotti, reo di essere “ultimo prescelto per prendere in giro tutti senza progetto”. La scena della maglia rifiutata, di cui Callejon è bersaglio casuale, lascia la squadra a bocca aperta. Lo spagnolo raccoglie l’indumento e torna mestamente negli spogliatoi, scuro in volto. Mertens si rivolge ai tifosi, chiedendo “perché?”. A quel punto, tuttavia, Koulibaly e compagni rinunciano a tirare le proprie maglie. Ma il gesto degli ultrà divide gli appassionati, e in tanti sui social si dissociano, fino a criticarlo duramente. Delusione anche davanti alle telecamere. L’affronto “ha lasciato molto dispiaciuti i giocatori – spiega Ancelotti – e io sono sorpreso perché so l’impegno che ci mettono”. Il tecnico non usa giri di parole: “Deve essere chiaro a tutti che qui il giocatore che guadagna 10 milioni di euro non può arrivare, dobbiamo investire sui giovani. Questa è la realtà del Napoli. Se la gente si lamenta è uno stimolo a fare meglio”. Ma quella di Ancelotti non è una resa: “Si può vincere lo stesso, ci vorrà più tempo ma con una programmazione giusta riesci a migliorare anno per anno”. Parole di equilibrio: però il clima resta di tensione.

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