Il ricatto della multinazionale Deliveroo: “Firma il contratto-patacca o ti licenziamo”

Contestato un accordo truffa

Bufera sul contratto nazionale sottoscritto tra il sindacato Ugl e AssoDelivery, l’associazione che rappresenta le piattaforme digitali della consegna del cibo a domicilio Deliveroo Glovo Just Eat Social Food e Uber Eats. Un contratto contestato dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali confederale e di categoria Cgil, Cisl e Uil.  Un contratto considerato illegittimo dal Ministero del Lavoro. “È stato firmato un accordo pirata con un sindacato di comodo – sostengono i lavoratori – la retribuzione viene riconosciuta solo per la durata del tempo di consegna, mantenendo in pratica il pagamento a cottimo. Obiettivo esplicito è dunque quello di svuotare la figura del rider come collaboratore etero-organizzato, spogliandolo delle tutele che gli erano riconosciute”. Qualche giorno fa Deliveroo ha mandato una mail a tutti i/le suoi dipendenti in cui, in sostanza, si comunica che o si accetta il nuovo contratto oppure si verrà licenziati. Una sorta di ricatto. “Se non firmerai il nuovo contratto di collaborazione entro il 2 novembre, a partire dal giorno 3 novembre non potrai più consegnare con Deliveroo. Questa e-mail costituisce il preavviso formale della risoluzione del tuo attuale contratto che terminerà il giorno 2 novembre”. Questa è la sintesi della nota inviata ai lavoratori. Molti lavoratori hanno deciso di ribellarsi e di contestare l’accordo. A Napoli, i rider si faranno difendere dalla giuslavorista Giuliana Quattromini per impugnare il licenziamento e da alcuni avvocati penalisti per denunciare Deliveroo per estorsione alla Procura partenopea. “Il contratto capestro firmato tra il sindacato Ugl e AssoDelivery peggiora le condizioni dei lavoratori, cancella i diritti costituzionali e legittima il cottimo – afferma l’avvocata Quattromini – Deliveroo sta compiendo un gravissimo reato, costringere i  rider una firma su un contratto che peggiora le condizioni di lavoro con la minaccia di licenziamento”.

Avvocata Giuliana Quattromini

Carenza sul funzionamento del sistema di calcolo dei compensi a consegna, no alla riduzione del 25% del pagamento per consegna, ritorno dell’incentivo ordine minimo da 6 a 7,50 euro l’ora e consegna dei dispositivi di protezione individuale (mascherine e guanti), in quantità idonea a svolgere il lavoro nel lungo periodo. Sono alcune delle richieste avanzate da tempo dai rider   alla dirigenza della Deliveroo, la multinazionale attiva nella gestione delle consegne di cibo a domicilio. Tra di loro ci sono studenti, persone che con hanno perso il lavoro precario ma anche cassintegrati che a seguito dell’emergenza tentano di integrare il reddito con le consegne in bicicletta. ‘Dall’inizio della pandemia Coronavirus non ci siamo tirati indietro, abbiamo lavorato con il virus che ancora oggi miete vittime, mettendo a rischio di contagio le nostre famiglie per poter continuare a lavorare e guadagnare il minimo per la sopravvivenza – spiega un lavoratore – Nonostante il nostro spirito di abnegazione, da Aprile abbiamo visto le nostre condizioni di lavoro peggiorare radicalmente. In primis ci siamo accorti che il pagamento delle consegne è stato fortemente abbassato (finanche al 20%), l’incentivo ordine minimo è stato ridotto da 7,50 a 6 euro e sono 3 settimane che ancora in troppi attendono i dispositivi minimi di sicurezza”.

CiCre

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest