Il governo renziano di Gentiloni: oggi fiducia alla Camera, al Senato c’è da recuperare Verdini

M5S e Lega non parteciperanno alla chiama, il voto finale intorno alle 20

M5S e Lega non parteciperanno alla chiama per il voto di fiducia e resteranno fuori dall’aula della Camera.
Avrà inizio intorno alle 18,45 nell’Aula della Camera la votazione di fiducia sulle dichiarazioni programmatiche che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni terrà a partire dalle 11. Il voto finale intorno alle 20. Alle 12,30 inizierà il dibattito nell’aula della Camera. La replica del premier sarà alle 16 in diretta tv. Ieri il taglio del nastro per il governo assai “renziano” che conferma 12 ministri su 18 di quello precedente: il tradizionale passaggio della campanella e il primo consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. Il nuovo esecutivo viaggia tranquillo a Montecitorio, dove conta su una larga maggioranza, ma ha numeri ballerini al Senato: a complicare il quadro l’annuncio di Verdini che il gruppo Ala-Sc non voterà la fiducia, dopo il mancato accoglimento delle richieste nella composizione del governo.

 

GENTILONI FA L’APOLOGIA DEL GOVERNO RENZI – “Rivendico il grande lavoro che abbiamo fatto, i risultati che ci vengono riconosciuti a livello internazionale e di cui siamo orgogliosi”. In apertura del suo discorso alla Camera, Paolo Gentiloni fa l’apologia del governo Renzi, in coerenza con la forma dell’esecutivo da Renzi bis. “Il governo – afferma Gentiloni – non si rivolgerà a quelli del Sì contro quelli del No, si rivolgerà a tutti i cittadini italiani, si basa su una maggioranza, rispetta le opposizioni e chiede rispetto per le istituzioni”. “Sul terreno dell’economia – prosegue il premier incaricato – il governo intende accompagnare e rafforzare la ripresa che gradualmente ma lentamente si sta manifestando. Accompagneremo con le grandi infrastrutture, il piano industria 4.0 e la green economy con le decisioni sul clima che l’Italia difenderà”. L’Italia ha una economia forte, non ci possono essere scorribande su questo fronte e lo dimostrano le profezie sbagliate di apocalisse in base all’esito in un senso del referendum. Questa è l’Italia”. “Dobbiamo fare molto di più per il Mezzogiorno- aggiunge – La decisione di formare un ministero esplicitamente dedicato al Sud non deve far pensare a vecchie logiche del passato, al contrario noi abbiamo fatto molte cose per il Mezzogiorno ma credo che sia insufficiente la consapevolezza che proprio dal Sud possa venire la spinta forte per la crescita economia”.  “All’agenda – dice Gentiloni – vorrei aggiungere grandi questioni su cui finora a mio avviso non abbiamo dato risposte pienamente sufficiente. Innanzitutto i problemi che riguardano la parte più disagiata della nostra classe media, partite iva e lavoro dipendente, che devono essere al centro dei nostri sforzi per far ripartire la nostra economia. Proprio perché non vogliamo rinunciare a una società aperta e digitale vogliamo porre al centro coloro che da queste dinamiche si sentono sconfitti”. Una vasto programma insomma: ma non doveva essere un esecutivo “a tempo”?

(Foto @Palazzo_Chigi/twitter)

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