
Il sindacato: “Le condizioni economiche delle lavoratrici e lavoratori sono allo stremo e quelle gestionali dell’azienda alla deriva anche grazie alla disdetta unilaterale da parte di Tim degli accordi integrativi aziendali del 14 e 15 maggio 2008”
In piazza i lavoratori e le lavoratrici della Tim campani per lo sciopero sciopero nazionale di otto ore, indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, accompagnato da varie manifestazioni a livello regionale e interregionale, da Aosta a Palermo, passando per Torino, Bologna, Firenze, Ancona, Roma. L’iniziativa di lotta riguardante la nostra Regione è stata promossa a Napoli. Un corteo è partito da Piazza Garibaldi. “Ormai le condizioni economiche delle lavoratrici e lavoratori sono allo stremo e quelle gestionali dell’azienda alla deriva anche grazie alla disdetta unilaterale da parte di Tim degli accordi integrativi aziendali del 14 e 15 maggio 2008”, spiega in una nota la Slc Cgil. Ma i sindacati individuano anche altre ragioni “sostanziali” per lo sciopero: l’assenza di un coerente piano di sviluppo aziendale su Rete, Caring, Commerciale, Staff ed Information Tecnology. “Il correttivo per il mancato pagamento del PDR del giugno 2016 ed un vero e reale premio di risultato che redistribuisca i risultati dell’azienda (vedi le ultime due positive trimestrali) sono punti imprescindibili – afferma ancora la Slc Cgil – Aumentare la produttività non è una finalità che spaventa se esiste una solida, chiara e coerente logica produttiva ed organizzativa ma purtroppo ad oggi queste condizioni non le riusciamo a focalizzare. Il miglioramento della produttività non si persegue mediante la sistematica destrutturazione dei diritti individuali e collettivi bensì con un credibile piano di investimenti produttivi e di valorizzazione delle professionalità”. Dunque, il sindacato chiede un “sano” coinvolgimento dei circa 50.000 dipendenti che il Gruppo Tim – quinta realtà industriale del paese – occupa in Italia. “Lavoratori che – sottolinea – sono decisi a difendere l’azienda con tutte le loro forze da mere azioni speculative finanziarie e da attacchi ai loro diritti. “In questi giorni – aggiunge la Slc Cgil – grandi manifestazioni di dissenso hanno percorso trasversalmente tutta l’Italia dal profondo nord al profondo sud, i media sono zeppi di immagini di piazze invase dalle lavoratrici e lavoratori di Tim e da striscioni di protesta contro le politiche dell’Azienda sui costi del personale. I vertici dirigenziali e gli azionisti di riferimento di Tim, dopo lo sciopero nazionale del 13 dicembre, decidano che strada intendono percorrere – conclude la Slc Cgil – sapendo che i diritti e le tutele acquisite in questi anni non si possono superare con un colpo di spugna”.
Ciro Crescentini
(Video Livenet news)