Scendono in piazza i disoccupati del “Movimento di lotta 7 novembre”

La manifestazione prevista per mercoledì mattina da piazza del Gesù

Basta con le campagne elettorali fatte sulla pelle dei disoccupati. Basta con le promesse di lavoro in cambio di voti. E’ questo il tema della manifestazione, organizzata dal “Movimento di lotta – disoccupati 7 novembre”, che si terrà mercoledì mattina, a Napoli, alle ore 10, e che partirà da Piazza del Gesù Mentre. La manifestazione nasce dopo che ci si sta “preparando ad una nuova infornata di 70 raccomandati nelle società miste, con in testa la Sma Campania, entro il prossimo il mese sarà pubblicato il bando concorso della Regione Campania”. Spiegano così, attraverso una nota i componenti del Movimento, il perchè hanno deciso di scendere nuovamente in piazza. “18 mesi di formazione per un “Piano Lavoro” che “prevede” 10mila assunzioni nella Pubblica Amministrazione per un costo di 104 milioni di euro di Fondi Europei e 8 milioni in una società che assumerà 70 tra parenti ed amici dei consiglieri regionali”. Ed ancora si legge “Città Metropolitana approva un bilancio in cui si svincolano centinaia di milioni di euro di avanzo libero, finora tenuti bloccati. Milioni che possono essere investiti per il lavoro, il diritto all’abitare e così via. Il Comune di Napoli approva un bilancio in cui dichiara di voler “migliorare i servizi pubblici” con nuove centinaia di nuove assunzioni nelle società partecipate. Quali sono i criteri, le modalità, i tempi? Un mese fa il Ministero del Lavoro si era impegnato a trovare incentivi per i progetti che abbiamo presentato. Ancora non abbiamo risposte: la principale forza di Governo, che siede da 4 anni nel consiglio regionale, il Movimento 5 Stelle, dalle proprie pagine facebook condivide le azioni del Movimento dei Disoccupati solo per utilizzarli strumentalmente nella battaglia politica”. Gli appartenenti al movimento confermano che nessuno dei consiglieri regionali e comunali si impegna a convocare i disoccupati e ad ascoltare la richiesta sui limiti e sulla necessità di allargare i requisiti del “reddito di cittadinanza”, trovando gli strumenti per la realizzazione dei progetti per il lavoro che da anni le vertenze propongono. L’unica risposta concreta che hanno fino ad ora ricevuto è il Decreto Sicurezza della Lega Nord. “Una legge – dicono – che afferma di voler “combattere la clandestinità”, ma che non solo l’aumenta: è una legge che attacca tutti e tutte i proletari che si organizzano per lottare per i propri diritti, indipendentemente se essi siano italiani o meno, aumentando le pene contro chi sciopera e la criminalizzazione e la repressione di tutte le lotte sociali. I disoccupati e le disoccupate sono stanchi di aspettare. Non abbiamo governi o istituzioni amiche. Vogliamo risposte concrete: gli impegni assunti vanno mantenuti”.

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