Nessun passaggio d’azienda, i 410 lavoratori di Napoli Sociale proclamano l’agitazione

I sindacati: “Chiediamo il rispetto della delibera di Giunta in cui si prevede l’accorpamento a Napoli Servizi”

I 410 lavoratori di Napoli Sociale, azienda partecipata del comune di Napoli, hanno proclamato lo stato di agitazione. Non sono stati ancora trasferiti in Napoli Servizi. Salari e prospettive occupazionali a rischio Le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Ugl, Orsa, Cobas, Uap, Usb hanno inviato una nota al sindaco di Napoli Luigi de Magistris e agli assessori Enrico Panini, Salvatore Palma, Roberta Gaeta, ai vertici di Napoli Servizi e al liquidatore di Napoli Sociale. “Riscontriamo con forte disappunto il rinvio della definizione del procedimento in corso a data non definita nonostante i tempi stretti per la realizzazione dell’intera procedura – scrivono le organizzazioni sindacali – Pertanto vi chiediamo l’applicazione e il rispetto della delibera comunale numero 6 del 24 maggio 2016 che regolamenta il mantenimento delle attività e che prevede il passaggio professionale dei lavoratori”. La delibera fu approvata dal governo cittadino e dal consiglio comunale a seguito della grave situazione economica e aziendale dell’azienda partecipata. L’azienda Napoli Sociale è stata posta in liquidazione perché avrebbe accumulato debiti per 27 milioni di euro. Il documento, a firma degli Assessori al Welfare, Roberta Gaeta, al Bilancio, Salvatore Palma, ed al Lavoro, Enrico Panini prendeva atto della messa in liquidazione della partecipata Napoli Sociale e contestualmente affidava le attività svolte (in particolare assistenza scolastica agli alunni disabili, trasporto, assistenza anziani non autosufficienti) a Napoli Servizi che si doveva dotare, per valorizzare l’attività e le professionalità trasferite, di un’apposita articolazione funzionale della struttura interna. La Delibera, inoltre, salvaguardava la presenza del pubblico nel settore dell’assistenza alle persone, confermava la continuità del servizio senza alcun disagio per l’utenza e metteva in sicurezza tutti i 410 posti di lavoro, i relativi trattamenti economici in essere e le professionalità maturate nel tempo dalle lavoratrici e dai lavoratori di Napoli Sociale. Invece, sarebbero emerse delle difficoltà. Stando ad alcune indiscrezioni trapelate da Palazzo San Giacomo, il Comune non avrebbe stanziato risorse sufficienti da trasferire a Napoli Servizi per garantire l’importante servizio sociale, il mantenimento dei livelli occupazionali e la garanzia dei salari per i lavoratori ex Napoli Sociale. L’allarme sulla situazione occupazionale e finanziaria di Napoli Sociale è stato lanciato alcune settimane fa dall’ex assessore alle politiche sociali Sergio D’Angelo. L’ex assessore criticò duramente la scelta di approvare un bilancio comunale che conteneva massicci tagli al welfare.

Ciro Crescentini

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