Napoli Servizi, stop all’assorbimento dei dipendenti di Napoli Sociale: scatta la protesta

Presidio permanente davanti Palazzo San Giacomo dei lavoratori della partecipata in liquidazione, che hanno visto bloccare il trasferimento: “I vertici di Napoli Servizi stanno tentando di boicottare gli accordi sottoscritti con tutte le organizzazioni sindacali e le delibere approvate in consiglio comunale”

Come anticipato da “Il Desk” lo scorso 11 ottobre, è stato sospeso il trasferimento dei 368 ex dipendenti di Napoli Sociale nella Napoli Servizi. Inevitabile la protesta dei lavoratori. Presidio permanente davanti Palazzo San Giacomo, sede del governo cittadino e della Prefettura. “I vertici di Napoli Servizi stanno tentando di boicottare gli accordi sottoscritti con tutte le organizzazioni sindacali e le delibere approvate in consiglio comunale mentre gli esponenti della giunta comunale continuano ad avere atteggiamenti di indifferenza – sottolinea Roberto Ascione del sindacato Uap, Unione Autorganizzata – I vertici di Napoli Servizi hanno invitato 314 lavoratori a sottoscrivere un atto transattivo per rinunciare a tutti i crediti maturati con Napoli Sociale ovvero al trattamento di fine rapporto, integrazioni salariale e ticket arretrati e ad accettare demansionamenti, riduzioni salariali, aumenti dell’orario del lavoro. In poche parole pretendono la cancellazione dei diritti e delle normative contrattuali”. E non finisce qui. Non saranno garantiti i livelli occupazionali di tutti i lavoratori. Ben 54 lavoratori rischiano di rimanere senza lavoro. La vertenza sociale rischia di produrre effetti devastanti sul piano sociale. Il servizio di assistenza e il diritto allo studio per gli alunni disabili rischiano di essere messi in discussione. Una situazione assurda. Bloccato anche il servizio di trasporto degli studenti portatori di handicap. Trenta pulmini bloccati nei depositi. “Chiediamo di incontrare il sindaco Luigi de Magistris per dirimere la vertenza – conclude Ascione – Il comportamento dei vertici di Napoli Servizi alimenta solo tensione e malcontento”.

 

LE REAZIONI: 2 CONSIGLIERI CONTRO I VERTICI DI NAPOLI SERVIZI- “Questa del trasferimento di attività dalla Napoli Sociale alla Napoli Servizi sembra diventata una epopea infinita che da mesi si gioca sulla pelle di quasi 400 lavoratori e lavoratrici. Leggiamo con estrema preoccupazione il comunicato congiunto di tutte le organizzazioni sindacali pubblicato a seguito dell’incontro di ieri tra gli stessi sindacati e la governance di Napoli Servizi. Nel comunicato si denuncia il possibile mancato rispetto di alcuni diritti fondamentali dei lavoratori”. Così commentano la vicenda due consiglieri del gruppo Dema, il capogruppo Rosario Andreozzi ed Eleonora de Majo. I consiglieri rilevano che nel comunicato sindacale “si fa esplicito riferimento – affermano – al fatto che fuori dalla fusione resterebbero una cinquantina di unità, al fatto che potrebbero non essere mantenuti gli attuali livelli reddituali garantiti a norma di legge e non essere rispettate le professionalità acquisite. Infine si esprime preoccupazione per l’ipotesi che nella fusione non venga garantito né il Tfr e né le eventuali competenze di fine rapporto. Se tutte o parte di queste preoccupazioni venissero confermate dalla dirigenza di Napoli Servizi, ci troveremmo dinanzi – sostengono – a una palese violazione non solo delle norme e dei principi sanciti dalla costituzione ma anche ad una esplicita smentita da parte dell’azienda partecipata della volontà politica più volete espressa dall’amministrazione, ribadita in più atti deliberativi”. “Questo improduttivo muro contro muro – dicono Andreozzi e de Majo – sta da una parte lasciando centinaia di uomini e donne senza stipendio e dall’altra sta bloccando servizi fondamentali per la città Siamo preoccupati perchè già oggi siamo a conoscenza di una serie di ripetute ingiustizie documentate, che hanno a che fare con alcuni declassamenti, che si stanno già verificando nell’atto del passaggio. Auspichiamo pertanto in una risoluzione immediata della questione nel rispetto assoluto della dignità di chi lavora, perché, come teniamo sempre a ricordare, i lavoratori e le lavoratrici delle società partecipate- a dispetto di quello che vogliono imporci le norme nazionali- non sono numeri, ma vite individuali che meritano il medesimo rispetto e la medesima dignità”.

Ciro Crescentini

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