Napoli, la rivolta imminente degli autisti Anm

La sicurezza sul lavoro non viene percepita dall’azienda come un obbligo e un dovere

Gli autisti dell’Anm, azienda di trasporto pubblico del Comune di Napoli, sul piede di guerra. Tantissima rabbia e delusione. Contestato un accordo sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil dei trasporti. Nell’occhio del ciclone finisce ancora una volta il sindaco Luigi de Magistris per non avere attivato iniziative adeguate per la tutela dei diritti dei dipendenti dell’azienda di trasporto pubblico locale.   I lavoratori e le lavoratrici hanno deciso di autoconvocarsi in assemblea approvando un programma di proposte immediate per ottenere  miglioramenti economici e normativi per la categoria degli autisti, l’assunzione di operatori d’esercizio. “Premettiamo  che la figura del facente funzione è stata l’esperienza più positiva e condivisa dai lavoratori, l’assemblea ha chiesto almeno periodi di alternativa alla guida per gli operatori (ausiliari al traffico, agenti di stazione) – spiegano in una nota i lavoratori autoconvocati –  Sui criteri di partecipazione al concorso di addetti all’esercizio, i lavoratori, pur non entrando nel merito, hanno espresso il chiaro disappunto per parametri palesemente anticostituzionali e pregiudizievoli”.  Organizzate assemblee presso i depositi di Cavalleggeri d’Aosta e a Via delle Puglie. E scatta l’agitazione. Non sarà più garantita la “collaborazione”.

I lavoratori e le lavoratrici chiederanno l’applicazione delle normative contrattuali e del codice della strada. Circa 790 bus dell’Anm, azienda di trasporto di proprietà del Comune di Napoli,  non sarebbero sicuri. Dal primo Giugno scorso, sono stati segnalati alla direzione aziendale ben 6 mila guasti di mezzi.  Sotto accusa gli interventi manutentivi. L’azienda di trasporto pubblico  non rispetterebbe le normative previste dal codice della strada, le leggi e le circolari ministeriali, in primis il decreto legge numero 388 del 15 luglio 2003. I vertici dell’Anm finiscono di nuovo nell’occhio del ciclone per la carente e inadeguata gestione della manutenzione dei bus.  Bus vecchi, fatiscenti da rottamare che si rompono continuamente mandando in tilt il   servizio e alimentando dure proteste da parte degli utenti.   La sicurezza, la  manutenzione sono considerati  inutili accessori.

Ci sono autisti ad esempio che denunciano la presenza di gas di scarico all’interno della vettura. Si registrano poi guasti alle luci di posizione, alle porte che non si aprono o che, per assurdo, si aprono durante il tragitto. Ci sono poi pullman che in frenata tendono ad andare a sinistra a causa del malfunzionamento dello sterzo o nei quali non si chiudono i finestrini. Altro problema è quello della pulizia e dell’igiene. Quasi tutte le vetture risultano sporche sia nello spazio riservato ai passeggeri sia in quello dell’autista. Molti pullman sono ricoperti di polvere. Ci sono poi autobus nei quali piove all’interno, altri con il cruscotto danneggiato o senza acqua nei tergicristalli. La sicurezza nei luoghi di lavoro non viene percepita dai dirigenti aziendali dell’Anm come un dovere ma una voce negativa sul bilancio. La rottura dei mezzi è la causa della cancellazione di intere linee, alimentando  inevitabili proteste da parte degli utenti. “Come vengono spesi i soldi che la nostra azienda  versa alla ditta appaltatrice per le pulizie? – domanda una lavoratrice addetta alla guida – Gli autobus viaggiano sempre sporchi e puntualmente vanno in tilt,  gli operai delle ditte di pulizia  vengono sottopagati, senza beneficiare  nemmeno del  minimo indispensabile per poter eseguire il proprio lavoro”.

                                                                                       Ciro Crescentini

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest