Maurizio Landini: “È questo l’unico modo per ricordare Satnam e chiedere giustizia”
In migliaia questa mattina hanno partecipato alla manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro. Presenti tanti esponenti del mondo politico e dell’associazionismo insieme alla società civile.
“Fermiamo un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide. Contro lo sfruttamento lavorativo, basta caporalato, basta appalti e subappalti irregolari” il messaggio della manifestazione promossa dall’organizzazione sindacale. Il corteo è partito alle ore 9.30 da via Vittorio Cervone ed è arrivato in piazza della Libertà, dove è stato allestito un grande palco.
“Oggi siamo scesi in piazza per la morte di Satnam e per noi l’impegno e l’azione contano più delle parole scritte” – ha sottolineato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dal palco.
“La presenza di tutta la Cgil qui oggi ha un obiettivo preciso: aprire una vera e propria vertenza permanente, in ogni luogo di territorio e di lavoro, per sconfiggere caporalato e sfruttamento. Su questi temi vogliamo risposte e produrre un cambiamento. È questo l’unico modo per ricordare Satnam e chiedere giustizia, affinchè nessuno possa più morire di caporalato. Siamo di fronte ad un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide le persone, e non riguarda solo l’agricoltura e solo Latina. Queste persone devono essere contrattualizzate e regolarmente pagate: questo significherebbe non solo migliori condizioni di vita per loro, ma anche milioni per il fisco. È venuto il momento di agire e di alzare la testa: non solo i lavoratori, ma anche tutti coloro che hanno responsabilità politiche. Ciò che oggi favorisce il lavoro in nero si chiama legge Bossi-Fini. Solo il 20% di chi viene qui a lavorare ha il permesso di soggiorno: il restante 80% è clandestino. Questa legge va cancellata. Infine, i 200 milioni del governo Draghi che devono servire per dare un senso di accoglienza a queste persone rischiano di essere dirottati verso altre istanze”, ha aggiunto Landini nel suo intervento conclusivo