
Cgia: nel 2016 lieve calo, ma solo la Calabria fa peggio. Sottratti all’erario oltre 10 miliardi di euro
Evasione fiscale, la Campania continua a registrare livelli allarmanti, nonostante un lieve calo nel 2016. Un dato, peraltro, nel trend nazionale. In Campania evade quasi un cittadino su quattro, soltanto la Calabria fa peggio. Le cifre, elaborate dall’ufficio studi della Cgia Mestre, attestano che l’evasione stimata in Italia è del 16 per cento. In pratica, per ogni 100 euro di gettito incassato dal fisco, 16 rimangono illegalmente agli evasori. In termini assoluti, invece, sono 113,3 i miliardi di euro sottratti all’erario. Ma se nel 2016 l’infedeltà contributiva ammontava a 113,3 miliardi di euro (pari 16 euro ogni 100 incassati dal erario), l’anno prima era di 114 miliardi (16,2 ogni 100) e nel 2014 di 118,8 miliardi (17,1 ogni 100). Un risultato attribuito all’azione dell’amministrazione finanziaria e, in minor parte, alla contrazione del sommerso per la leggera ripresa dell’economia. Per il 2016, la Campania non dichiara oltre 10 miliardi di euro (10,1 nel 2015), pari al 23,2 per cento (23,4 l’anno prima). Ed è del 20 per cento l’economia non osservata nella regione, ossia la somma del valore aggiunto riconducibile alle sotto-dichiarazioni, al lavoro irregolare e alle attività illegali. Per trovare numeri più alti, bisogna andare in Calabria (24,2): qui però al fisco vengono fregati “solo” 3.332 milioni di euro. Le realtà a rischio sono tutte al sud: la Sicilia registra il 22,2 e la Puglia il 22 per cento. Nelle regioni del Centro Nord, viceversa, l’evasione è più bassa: in Veneto il tasso è al 13,8 per cento, nella Provincia autonoma di Trento e in Friuli Venezia Giulia scende al 13,3, in Lombardia al 12,5, per fermarsi al 12 per cento nella Provincia autonoma di Bolzano. Il quadro è il solito ritratto dell’Italia duale, aggravato dall’ultimo decennio di crisi.
“Per combattere questa piaga sociale ed economica – sostiene il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo – la strada è una sola: ridurre il peso del prelievo fiscale. In altre parole, pagare meno per pagare tutti. Ovviamente gli evasori seriali vanno perseguiti e messi nelle condizioni di non farlo più, ma attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio. Purtroppo, esiste anche un’evasione di sopravvivenza, diffusa in particolar modo al Sud, per cui non pagare le imposte ha consentito in questi ultimi anni la salvaguardia della continuità aziendale e di molti posti di lavoro”.